ANDREA SETTEFONTI
Cronaca

Uno scheletro affiora dagli scavi: "Ora un museo in quest’area"

San Pietro in Bossolo, trovata la quarta sepoltura dall’inizio dell’anno. La direttrice: "Pronti per nuove analisi"

Il sindaco con Chiara Marcotulli

Il sindaco con Chiara Marcotulli

Uno scheletro di donna per scrivere una ulteriore pagina di storia di Tavarnelle. Dagli scavi di San Pietro in Bossolo emergono nuovi elementi per capire come si sia evoluto l’insediamento abitativo a cavallo dell’anno Mille e lo stile di vita della popolazione. "La nuova sepoltura – spiega l’archeologa Miriam Leonetti che ha studiato le ossa – è la quarta dall’inizio delle ricerche e presenta caratteristiche molto simili a quelle già emerse negli anni scorsi. La sepoltura è semplice: una fossa scavata nel terreno, in cui è stato deposto un solo individuo in posizione supina, con gli arti distesi. Da un’osservazione preliminare sembrerebbe possa trattarsi di una donna adulta". Tuttavia, continua l’archeologa "non sono stati trovati oggetti o elementi di corredo accanto al corpo, ma la posizione fa pensare che la persona potesse essere stata avvolta in un sudario al momento della sepoltura".

A fare il punto sulla conclusione della sesta campagna di scavo è la direttrice Chiara Marcotulli. "L’ampliamento verso sud ha consentito di mettere in luce altre strutture murarie non finite, a testimonianza dei tentativi, falliti, di costruire un castello presso la pieve fra XI e XIII secolo, come tramandato dalle fonti scritte. Inoltre alcuni ritrovamenti confermano di essere in presenza di un’area riutilizzata, fra l’epoca antica e quella medievale". Ipotesi "che concorda con la notizia del rinvenimento fortuito, nel XVIII secolo, di un’altra iscrizione funeraria, perduta, datata al V secolo dopo Cristo".

Nei prossimi mesi saranno elaborati i dati raccolti e affinate le datazioni dei reperti anche con analisi chimico-fisiche. "Visto il grande successo delle visite allo scavo aperte al pubblico – conclude il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli – continueremo a percorrere questa strada e investire sulla funzione culturale e sociale dell’archeologia pubblica. Inoltre il desiderio è quello di poter musealizzare quest’area".

Andrea Settefonti