FIORELLA CORTI
Cronaca

Campagna archeologica. Gli scavi a San Cassiano svelano un’antica fornace

Conclusa l’attività di ricerca condotta dal professor Antonio Fornaciari. Significativi gli ultimi ritrovamenti non solo dal punto di vista culturale.

Giovedì scorso, un gruppo numeroso di cittadini ha potuto visitare gli scavi dell’antica pieve di San Cassiano

Giovedì scorso, un gruppo numeroso di cittadini ha potuto visitare gli scavi dell’antica pieve di San Cassiano

Iniziata ufficialmente lo scorso 13 giugno, la seconda campagna di scavo sul sito archeologico di Gallicano, nell’area dell’antica Pieve di San Cassiano, è arrivata alla sua conclusione, con risultati particolarmente importanti che sono stati divulgati nella serata organizzata nella piazza principale di Bolognana. Un incontro molto partecipato dalla popolazione, dove il professor Antonio Fornaciari dell’Università di Pisa e la dottoressa Marta Colombo della Soprintendenza ABAP di Lucca e Massa Carrara, hanno illustrato le principali scoperte e le metodologie adottate, raccontando l’evoluzione delle ricerche e il significato storico e culturale dei ritrovamenti.

L’esposizione degli ultimi reperti, accompagnata da racconti e spiegazioni scientifiche, ha suscitato grande curiosità e apprezzamento, confermando come la ricerca archeologica non sia soltanto studio accademico, ma anche racconto collettivo e memoria condivisa, La speciale serata ha visto inoltre la partecipazione attiva dell’Istituto Storico Lucchese , sezione di Gallicano e del sindaco del Comune di Gallicano, David Saisi, che hanno sottolineato il valore di questo progetto per la comunità e per la valorizzazione del territorio. Il quadro emerso ha confermato, in Area 1000, il carattere cimiteriale, con una concentrazione di sepolture infantili e adulte, molte delle quali in cassa litica, disposte davanti alla facciata della pieve, mentre, in Area 2000, la fornace per campane ha restituito informazioni uniche sulla fusione di manufatti liturgici direttamente sul posto; una scoperta ritenuta rara e significativa, a testimonianza delle competenze artigianali legate alla chiesa. In Area 3000, poi, prosegue la documentazione delle sepolture complesse, caratterizzate da ossa sparse e resti secondari, probabile frutto di rimaneggiamenti successivi, infine, in Area 4000, sono emerse nuove tombe in cassa litica, alcune con coperture costituite da frammenti di elementi architettonici di pregio, forse appartenenti a strutture sacre ormai perdute. La rimozione delle discariche di terra prodotte nelle campagne di scavo, insieme ai detriti che coprivano i resti del campanile, ha finalmente permesso di avere una visione completa e d’insieme dell’impianto ecclesiastico, anche se le strutture oggi sono tutte rasate e visibili solo in pianta, hanno spiegato gli studiosi.

Fiorella Corti