
Il nostro viaggio nel centro Mercafir di Novoli da dove il Banco alimentare smista aiuti alle strutture toscane (pressPhoto)
Raccoglie e ridistribuisce gratuitamente dal 1996 eccedenze alimentari (e aiuti umanitari Ue) a enti caritativi diffusi in tutta la Toscana, che a loro volta li donano alle famiglie più bisognose: solo nel 2024, sono state 6mila le tonnellate donate a 564 enti caritativi che hanno assistito 125mila persone bisognose. È il Banco alimentare della Toscana, che dal centro Mercafir di Novoli, grazie al lavoro di 14 dipendenti e 130 volontari, smista gli aiuti a tutta la rete di strutture toscane convenzionate.
"La colletta alimentare davanti ai supermercati avviene una volta l’anno – spiegano Viviana Verdiani e Letizia Pinelli – Il più sono cessioni gratuite di aziende e Gdo. Inoltre ci sono gli approvvigionamenti di Agea, quelli con bandiera Ue o tricolore". "I convenzionati vengono a ritirare qui, ma alcune associazioni si sono organizzate con hub, ne aprirà a breve uno a Grosseto e stiamo lavorando su Siena", spiegano nella sala di carico mentre il mulettista continua a prendere i pancali già preparati con prodotti di ogni genere, per portarli ai furgoni in fila nel piazzale.
Seguiamo il percorso a ritroso delle merci ed entriamo in un enorme magazzino con alti scaffali colmi di alimenti a lunga conservazione: "E c’è anche tutta la parte non food (igiene, casa etc...) – illustrano – Il grosso arriva dall’Esselunga dell’Osmannoro, due bilici a settimana. Ci sono anche i freschi surgelati ma quelli vengono forniti a domicilio per garantire la catena del freddo". Cosa e quanto inserire in ogni ordine, viene deciso dall’ufficio programmazione. I prodotti più gettonati? "Pasta e riso, gli alimenti abbracciati da più culture. C’è tanta richiesta di tonno e olio, ma ne arriva poco".
Non mancano gli arrivi curiosi: "Quest’acqua – mostra uno scaffale pieno di bottiglie – scade nel 2026. È stata presa al porto di Livorno: mandano sempre dei pancali in più rispetto al carico della nave per sicurezza. Era rimasta a terra e sarebbe andata in discarica, ma siamo riusciti a recuperarla". Stessa cosa per i prodotti sequestrati: "Ci chiamano Nas e Guardia costiera, per esempio, per il pesce pescato in periodo di divieto, o cibi surgelati nei ristoranti senza l’asterisco nel menù".
A questo punto arriviamo nel reparto selezione, dove approda la merce dopo la presa in carico: qui i volontari separano i prodotti idonei e non sciupati, li mettono su un nastro e li suddividono in macrocategorie. "La Legge 166/2016 ci consente di dare cibo con tempo minimo di conservazione dopo la scadenza – indicano una tabella – L’ufficio programmazione sa in tempo reale cosa abbiamo in base alla scadenza". Una macchina logistica impeccabile, portata avanti dal volontariato: "Abbiamo anche alternanza scuola-lavoro, inserimenti socioterapeutici e ancora ragazzi del servizio civile, fine pena, volontariato aziendale... E chiunque voglia unirsi è il benvenuto!".
Carlo Casini