SANDRA NISTRI
Cronaca

Stop farmaci israeliani, gli effetti: "Nessun danno alle casse comunali"

I dati in commissione garanzia e controllo. Falchi: "Andremo avanti". Brunori replica: "Solo propaganda"

Il Comune di Sesto ha deciso di boicottare farmaci, parafarmaci, attrezzature e preparati cosmetici di aziende israeliane

Il Comune di Sesto ha deciso di boicottare farmaci, parafarmaci, attrezzature e preparati cosmetici di aziende israeliane

Il boicottaggio a farmaci, parafarmaci, attrezzature mediche e preparati cosmetici prodotti da aziende israeliane non sta facendo male alle casse comunali. Stando ai dati forniti ieri in Commissione Controllo e Garanzia dai vertici di Afs, l’azienda partecipata al 100% dal Comune di Sesto che gestisce le farmacie comunali, il fatturato sarebbe addirittura in crescita. "Tra gennaio e maggio – hanno spiegato l’amministratore unico di Afs Elena Campostrini e il direttore Giovanni Turco – la multinazionale farmaceutica israeliana Teva ha registrato nelle nostre farmacie il 3,72% in meno rispetto all’anno precedente, arrivato a un -8% a giugno, prima del boicottaggio. A luglio la percentuale è scesa a -29%. I mancati ricavi sono stati però più che compensati da un grandissimo incremento di vendita di farmaci generici di altre marche". Dal direttore Turco poi è venuto un chiarimento sulle modalità del boicottaggio: "I farmaci prescritti - ha spiegato - sono consegnati agli utenti e anche se qualcuno chiede farmaci equivalenti di Teva o altre aziende israeliane li diamo. Abbiamo interrotto i rapporti con le aziende israeliane ma ci riforniamo con grossisti per minori quantità. Quello che facciamo, quando la ricetta riporta un generico, è di scegliere un farmaco prodotto da altre ditte comunque equivalente. Per i farmaci da banco, invece semplicemente non esponiamo quelli di provenienza israeliana". Secondo il sindaco Lorenzo Falchi, l’obiettivo dichiarato del boicottaggio non è quello di danneggiare le aziende israeliane, compresa Teva che in Italia ha tre stabilimenti con oltre mille dipendenti: "In tutte le campagne di boicottaggio – ha spiegato – non si è mai arrivati a danni economici per le aziende ma le loro pressioni sui governi hanno avuto un ruolo fondamentale, come nel caso dell’abolizione dell’apartheid in Sudafrica". Quanto al termine del boicottaggio Falchi è stato lapidario: "Finiremo quando sarà ripristinato il diritto internazionale, quando finiranno di ammazzare e di occupare territori". Per il presidente della commissione Daniele Brunori (Lega) protagonista di un vivace confronto con il primo cittadino, il boicottaggio sarebbe solo una misura "blanda e simbolica buona solo per la propaganda pre-elettorale e per l’ego del sindaco. Il dato più politico – aggiunge - è un altro: il Pd ha disertato la commissione. Un’assenza pesante, che evidenzia una spaccatura nella maggioranza".