ROSSELLA CONTE
Cronaca

Sicurezza, i dati fanno discutere: "Meno reati? No, meno denunce. Cittadini sempre più scoraggiati"

I comitati delle zone più difficili interpretano i numeri del primo semestre 2025 diffusi dalla Prefettura "Spaccio, scippi e aggressioni non sono calati, ma molti rinunciano a rivolgersi alle forze dell’ordine".

I comitati delle zone più difficili interpretano i numeri del primo semestre 2025 diffusi dalla Prefettura "Spaccio, scippi e aggressioni non sono calati, ma molti rinunciano a rivolgersi alle forze dell’ordine".

I comitati delle zone più difficili interpretano i numeri del primo semestre 2025 diffusi dalla Prefettura "Spaccio, scippi e aggressioni non sono calati, ma molti rinunciano a rivolgersi alle forze dell’ordine".

di Rossella ConteFIRENZEI numeri ufficiali diffusi dal comitato per l’ordine e la sicurezza raccontano una Firenze più sicura, con i reati in calo del primo semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma tra cittadini e comitati di quartiere prevale lo scetticismo: "Non sono i reati a diminuire, sono le denunce a essere sempre meno". La sensazione diffusa è che la microcriminalità continui a colpire, tra scippi, rapine, spaccate e spaccio, mentre cresce il numero di chi rinuncia a rivolgersi alle forze dell’ordine, scoraggiato dalla burocrazia o dalla convinzione che la denuncia non porti risultati concreti. "Purtroppo nel quartiere c’è un’escalation preoccupante – spiega Stefania Vivoli, coordinatrice del comitato di vicinato del Q2 – riceviamo segnalazioni quotidiane di spaccio, scippi e aggressioni. Gli anziani sono le vittime più deboli. In campo di marte fatti del genere non erano mai stati così frequenti. Abbiamo creato una rete di osservatori e residenti, ma da due anni chiediamo senza successo di partecipare ai tavoli della legalità. Chiederemo un incontro urgente al prefetto e al Comune, perché è fondamentale ascoltare la voce dei cittadini". Duro anche il commento di Simone Gianfaldoni, presidente del comitato Cittadini Attivi San Jacopino: "I dati diffusi non corrispondono alla realtà. Nel nostro quartiere si susseguono aggressioni, rapine, spaccate ai negozi, furti d’auto e scooter. I cittadini sono stufi, molti non denunciano più: tanto poi, dicono, non succede nulla. Non si può fare sicurezza solo con le statistiche, serve ascoltare chi vive i problemi sulla propria pelle". A condividere lo stesso pensiero sono commercianti e residenti di altre zone. Andrea Boccacelli, attivo nel comitato Palomar Palazzuolo, racconta: "Se ti rubano la bici o ti spaccano il vetro dell’auto, difficilmente vai a perdere ore per una denuncia. Se bastasse una Pec, gli uffici sarebbero sommersi". Dalla Leopolda arriva la voce di Giovanni Matino, dell’associazione Leopolda Viva: "Non riteniamo attendibile l’indagine, in questa parte del Q1 i furti non sono affatto diminuiti. Solo due giorni fa c’è stato un furto in appartamento. Purtroppo c’è un senso diffuso di impunità, nonostante l’impegno del Comune e delle istituzioni". Più netta ancora la testimonianza dei commercianti. "Non sono i reati a calare ma le denunce – afferma Rossella La Regina, titolare di Svapo’s – io ho subito tre spaccate all’auto, tre al negozio e una rapina. Oltre al danno, perdi ore per fare denuncia. Alla fine molti rinunciano". Anche in piazza Duomo il quadro non cambia. "Con le leggi che abbiamo, gli sforzi delle forze dell’ordine rischiano di essere vani – osserva Fiorenzo Smalzi, titolare dell’omonimo Caffè – qui è sempre uguale: gioco delle tre carte, borseggi, abusivi. La sensazione di impunità resta". Il paradosso, sottolineano i cittadini, è che proprio la rinuncia a denunciare finisce per abbassare i dati ufficiali, dando l’idea di una città più sicura di quanto appaia nella vita quotidiana. Le istituzioni ribadiscono l’impegno e i controlli in strada, ma comitati e residenti chiedono "maggiore attenzione".