EVA DESIDERIO
Cronaca

Pitti Uomo 105, l’evento clou al Nelson Mandela Forum: la sfilata di Luca Magliaro

Lo stilista: “La moda per questa nuova società tanto inclusiva è importante, perché apre ogni genere e ogni possibilità”

Alcune immagini della sfilata

Alcune immagini della sfilata

Firenze, 10 gennaio 2024 – De André canta “La domenica delle salme” e gli indossatori e le indossatrici, quasi tutti da street style, cominciano a salire tutti insieme la vertiginosa scala che poco prima li ha fatti atterrare sulla cavea del Nelson Mandela Forum: venti metri di vertigine pura, a passo lento e per forza, per l’attesissima sfilata di Luca Magliaro, 36 anni da Bologna, stilista che dire “democratico” è poco, uno dei talenti sicuri del futuro glorioso Made in Italy e eredi di una grande tradizione creativa italiana. E’ questo l’evento clou del Pitti Uomo 105 di un’ora fa, un defilè quasi al buio, lento e pensante, che Luca ha voluto enfatizzare solo di forme e strati di camicie, giacche e pull, tendenza over, rilassata, passi lunghi quasi da senza meta. E invece no, questo stilista che si è fatto tutto da solo, lanciato a Milano dalla Camera Nazionale della Moda Italiana presieduta da Carlo Capasa e portato in alto già per altri due debutti prima di questo come guest designer da Pitti Immagine col presidente Antonio De Matteis che come ad di Kiton gli ha voluto fare un omaggio con due meravigliosi completi sartoriali napoletani tutti cuciti a mano, uno bianco e uno nero e da sera, ha centrato l’obiettivo di un successo certo e moltiplicatore.

“Vertigo tutto, anche la musica della sfilata – racconta Luca Magliaro – e vertiginosa e intima la relazione tra abiti e corpo secondo me, per il genere di cui tutti parlano è un paesaggio dell’anima dove non ci sono due capisaldi uomo e donna ma c’è anche un discorso in mezzo che dobbiamo costruire da soli o insieme. E la moda per questa nuova società tanto inclusiva è importante, perché apre ogni genere e ogni possibilità”. Cambia la storia del corpo e quella delle idee, e a Luca oggi sembra che quella che abbiamo sia un’idea non più adeguata. Una messa in scena però aggraziata con l’incontro di due essere sulla scala, un incontro romantico, come l’immagine di un film, in questo caso “Nostalghia” di Tarkovskij, un film meno estetico e più politico. Come la moda possente di questo bolognese moderno, raffinato e coraggiosissimo, che scherzando ricorda che da bambino guardava sempre “Donna sotto le stelle” alla tv con il glamour della Scalinata di Piazza di Spagna. Ora questa per Pitti Uomo 105 è una scala “politica” che fa rivivere quell’eleganza popolare degli anni Quaranta quando, come racconta la foto bella nel moudboard con il corteo della liberazione di Bologna del 24 aprile 1945 col partigiano in abito doppiopetto, liso ma perfetto. Un sentimento di autenticità che pervade un defilè con magici maglioni di mohair col ricamo stampato di un gatto, mille punti pazzi, forme ampie e dinoccolate, giacche lunghe come i cappotti, le scarpe da lavoro U-Power e i berrettini pazzi di Borsalino che hanno contribuito a vari look con nuove creazioni. La società dello stilista, la Magliano srl, è nata da poco più di un anno dopo l’accordo con Edoardo Di Luzio di Underscore District che produce contenuti digitali e vuol cavalcare insieme allo stilista la crescita del brand Magliano Bologna. “Da Magliano il tipo di bellezza è antifascista” dice con orgoglio ricordando la comunità queer a cui appartiene, il non riconoscersi spesso come maschio “perché ho il diritto di essere me stesso, dopo secoli di maschi orrendi e tiranni”. Insomma Luca Magliano a Pitti Uomo 105 ha raccontato con la sua passerella il suo mondo che poi ora è anche il nostro mondo se si vuole bene all’idea di individualità e libertà anche nella moda.