
Il saluto affettuoso tra Eugenio Giani e Elly Schlein ieri mattina agli Studios di Roma durante un evento del Pd
Gli schleiniani di terra toscana dicono, anzi scrivono, di provare, tutti compatti, "irritazione e sbigottimento per le fughe in avanti di questi giorni". Un pronunciamento che, a 48 ore di distanza tra il confronto tra la segretaria nazionale dem Elly Schelin e il governatore uscente Eugenio Giani sulla candidatura bis di quest’ultimo, non porta in dote in riva al Tevere la sensazione di un Pd granducale esattamente coeso.
Ma tant’è. Troppe le scorie rimaste da espellere per i fedelissimi di Elly dopo la mossa – per molti inopportuna, per altri geniale – dello stesso Giani che l’altro giorno è uscito da un pericoloso "pantano", e si è ricandidato ufficialmente con una pec inviata alla segreteria regionale. ’Non mi rivolete? Bene, allora contiamo quanti invece mi vogliono in assemblea’ il ragionamento di un Giani stranamente muscolare che ha spiazzato tutti, in primis il segretario regionale Emiliano Fossi. Come forse ’il Giani’ ha spiazzato ieri mattina la stessa Schlein che, agli Studios di Roma dov’era in corso la Conferenza nazionale del Pd sulle politiche industriali, se lo è ritrovato in prima fila. Stretta di mano, saluto affettuoso. "Ci vediamo lunedì" ha detto lei. "Qualche battuta l’abbiamo scambiata" le parole, sibilline, di lui all’uscita.
Tornando agli schleiniani è proprio dall’assemblea degli stessi organizzata da Fossi ieri (oltre 150 tra amministratori e dirigenti per gli organizzatori ma c’è chi, tra i riformisti, dice fossero molti di meno) è uscita la nota che, al netto dell’attacco al vetriolo contro Giani che "mina i rapporti con la coalizione", mira a puntellare l’area Schlein: "Il coro di sostegno al gruppo dirigente è unanime – si legge – in particolare nei confronti di Fossi e Furfaro, a cui è stato riconosciuto un lavoro costante e quotidiano, in continuo contatto con la segretaria nazionale, per la tenuta del partito in questa fase complicata".
E poi: "L’assemblea ha dato pieno mandato al segretario Emiliano Fossi e a Marco Furfaro per continuare a fare da raccordo con il partito nazionale e gestire la fase, con l’obiettivo di provare a costruire coalizione e diminuire distanze create dalle vicende di questi giorni".
Un ricompattamento, quello di ieri, necessario per non dare ai riformisti carta bianca al tavolo romano. “Il nome di Giani ormai è deciso, queste porve di forza servono a sedersi a trattare per i nomi da mettere in lista“ dice un esponente dem di lungo corso.
E mentre gli schleiniani fanno sapere che l’arrabbiatura per lo scatto di Giani è dovuta sostanzialmente al conseguente irrigidimento dei Cinque Stelle (che da mesi invocano discontinuità) "con i quali era stato avviato un dialogo costruttivo e comunque non semplice che ora va ricominciato da capo", la corrente riformista mostra grande disappunto per il ’ritrovo’ degli ’altri’ alla vigilia di un appuntamento così importante e "per di più convocata dal segretario regionale che in teoria dovrebbe rappresentare tutte le anime del partito".
L’irritazione dei gianiani è tangibile e motivata dall’inopportunità di una spaccatura proprio quando nelle segrete stanze si era deciso di riporre le armi almeno fino all’incontro romano. Un incontro che a questo punto potrebbe davvero essere decisivo per il Giani-bis anche se non è un mistero per nessuno che questo fosse lo scenario finale meno gradito al Nazareno.
Ma forse stavolta non è stata la Schlein, ma Giani che "non hanno visto arrivare".