REDAZIONE FIRENZE

Schlein, il blitz pro referendum : "Con cinque sì stop alla precarietà. Giani-bis? Al lavoro sulle alleanze"

La segretaria nazionale del Pd improvvisa un breve comizio nella canicola di piazza D’Azeglio. Poi glissa sulla ricandidatura del governatore: "Concentrati sui ballottaggi ma tornerò presto a Firenze".

Elly Schlein arringa la folla. Con lei la sindaca Sara Funaro, il governatore Eugenio Giani e il fedelissimo. Andrea Giorgio

Elly Schlein arringa la folla. Con lei la sindaca Sara Funaro, il governatore Eugenio Giani e il fedelissimo. Andrea Giorgio

Via, Elly Schlein, pronta a sciogliere la riserva sulla ricandidatura di Eugenio Giani? "Siamo al lavoro per tutte le alleanze in tutte le regioni". Manco il tempo di glissare (ancora) sulle regionali d’autunno che la segretaria Pd "non ha visto arrivare" dietro di sé in piazza D’Azeglio proprio il diretto interessato. Magistrale il tempo di inserimento, da mezzala col fiuto del gol. Subito pronta a dare il cinque al segretario generale Cgil Rossano Rossi (uno degli sponsor del bis al governatore uscente), e affiancare mezza giunta Funaro. Tutti un passo indietro a Schlein, che dopo i funerali dell’ex sindaco Primicerio, torna a battagliare per i 5 sì al Referendum su lavoro e cittadinanza. Qui sì che l’inquilina del Nazareno si prodiga a favor di microfono.

"L’Italia può sorprenderci con una grande partecipazione al voto e con cinque sì per dire basta alla precarietà, ai licenziamenti illegittimi, ai contratti precari. Per dire sì all’aumento della sicurezza sul lavoro in un paese dove ancora ci sono tre morti al giorno e per riconoscere il diritto di cittadinanza a chi nasce, cresce e risiede in Italia da 5 anni. – arringa Schlein – Guardate, Giorgia Meloni ci deve dire che cosa fa l’8 e il 9 giugno, se andrà a votare o no. Almeno abbia il coraggio di dirlo al paese, invece che rifugiarsi dietro il silenzio e rifugiarsi dietro l’invito all’astensione". "Ci sono i volantini!", esclama l’assessore Giorgio (schleiniano di ferro), invitando alla raccolta il centinaio di militanti dem. Eh no, Schlein riprende il megafono.

"Ho dimenticato un pezzo. Questo referendum è la possibilità di fare autocritica e riparare gli errori del passato. Noi del Pd siamo una comunità che non cambia idea solo quando cambia idea il capo, ma che decide di leggere criticamente la storia del lavoro di questo Paese". Colto il riferimento alla mancata legge sullo Ius Soli col centrosinistra a Palazzo Chigi, ma anche allo smantellamento del Jobs Act di Matteo Renzi, ora - tramontato il fu Terzo Polo - di nuovo seduto al tavolo del campo largo.

Si sono fatte le 17.30 in Piazza D’Azeglio, "Ciao a tutti - il congedo di Schlein -. Ciao Eugenio, scappo a prendere il treno". Baci, abbracci e sorrisi col governatore, c’è l’Alfa già col motore acceso. Un paio di cronisti non demordono sul Giani-bis. Lui, si espone quanto e dove deve: "È dall’apertura della campagna referendaria con Landini e Rossi a Ponte a Elsa che ho preso posizione sui 5 sì. Il Pd si presenta compatto e con un’indicazione forte. Se mi sento al sicuro per le Regionali? Elly sta portando avanti una trattativa nazionale, mi rimetto a lei". Che nel frattempo, scivola via con la formula del "stiamo lavorando. Sono appena finite le amministrative, ora siamo concentrati sui ballottaggi". Ma non sarà un po’ troppo lunga questa attesa per la nomina dei candidati presidente? "Grazie ragazzi torno presto non vi preoccupate".