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Salute, dopo lo scompenso cardiaco ecco il telemonitoraggio: “Previene nuovi ricoveri”

L’innovativo progetto è attivo negli ospedali di Santa Maria Nuova e San Giovanni di Dio a Firenze. Ma una volta a regime, il percorso sarà progressivamente esteso a tutte le strutture ospedaliere della Asl Toscana centro

Il kit di automonitoraggio dell'Asl

Il kit di automonitoraggio dell'Asl

Firenze, 23 luglio 2025 – Telemonitorati in seguito ad uno scompenso cardiaco. Dopo una fase di test pilota, è ora attiva la fase operativa di Connect Hf/Ckd, questo il nome tecnico di un innovativo progetto di telemonitoraggio rivolto ai pazienti dimessi dopo un ricovero appunto per scompenso cardiaco. L’iniziativa, che ha coinvolto 80 pazienti degli ospedali di Santa Maria Nuova e del Nuovo San Giovanni di Dio, punta a intercettare e gestire precocemente le fasi di pre-instabilizzazione della malattia, prevenendo così nuovi ricoveri.

Il progetto è promosso dal dipartimento delle Specialistiche Mediche, diretto da Pasquale Palumbo, ed è coordinato dalla Cardiologia Firenze 1, diretta da Massimo Milli, in collaborazione con la Nefrologia Firenze 1 guidata da Alberto Rosati e con i dipartimenti di Medicina Generale e Infermieristico Ostetrico, rispettivamente sotto la guida di Elisabetta Alti e Paolo Zoppi. Il team multidisciplinare comprende cardiologo, nefrologo, medico di medicina generale e infermiere.

Attualmente il telemonitoraggio è attivo nei due ospedali di Santa Maria Nuova e San Giovanni di Dio a Firenze. Una volta a regime, il percorso sarà progressivamente esteso a tutte le strutture ospedaliere della Asl Toscana centro (Firenze, Empoli, Prato, Pistoia). In linea con gli obiettivi regionali di promozione della telemedicina, in futuro anche il territorio potrà essere coinvolto grazie ai medici di medicina generale nelle Case della Comunità.

Come funziona

I parametri specifici quali saturazione, pressione arteriosa, peso, frequenza cardiaca ed ECG vengono rilevati tramite un apposito kit che consente di identificare le criticità e ottimizzare la terapia dopo la dimissione ospedaliera. I pazienti vengono monitorati a casa nel primo mese, il periodo più a rischio per complicanze. Per gli anziani o pazienti con difficoltà, gli infermieri effettuano le misurazioni a domicilio, mentre gli altri pazienti usano il kit per l’automisurazione.

I dati vengono visualizzati quotidianamente su un portale dedicato, accessibile a tutti gli operatori coinvolti nel percorso. In caso di alert, è possibile contattare il paziente per intervenire clinicamente. Tra gli obiettivi del progetto ci sono “il miglioramento dell’efficacia del trattamento farmacologico consigliato dalle linee guida sullo scompenso cardiaco,” e la riduzione dei “re-ingressi ospedalieri e della mortalità.”

“Abbiamo rilevato un elevato gradimento da parte degli utenti coinvolti – commenta Massimo Milli, direttore della Cardiologia 1 – che hanno apprezzato di essere strettamente monitorati dopo un ricovero ospedaliero, che rappresenta sempre un evento fisicamente e psicologicamente di grande impatto. Con questo progetto abbiamo potuto inserire un cardiologo che si dedicherà a tutti gli aspetti gestionali ed assistenziali del progetto, facilitando così da ora in avanti l’introduzione di un maggior numero di pazienti all’interno del percorso”.

Lo scompenso cardiaco è una patologia diffusa che spesso porta i pazienti ad affrontare più ricoveri all’anno. Anche dopo la dimissione restano fragilità che possono causare nuovi episodi. In Toscana sono trattati circa 10.000 ricoveri per scompenso cardiaco all'anno, con una mortalità, a 30 giorni dalla dimissione, dell’11,4% e un ritorno in ospedale del 15,8%.

I primi risultati

Rispetto al test pilota, dagli indicatori preliminari di risultato sono emersi reingressi per scompenso cardiaco a 30 giorni, di 1,2% (riferimento aziendale 17%) e mortalità per tutte le cause a 30 giorni, di 1,2% (riferimento aziendale 11%). In entrambi i casi si tratta di dati decisamente buoni.

“Grazie al telemonitoraggio – conclude il dottor Milli – nel mese dell’osservazione a distanza, abbiamo intercettato tre fasi di pre instabilizzazione trattate al domicilio, con incremento della terapia diuretica. Nel 30% dei casi abbiamo effettuato una ottimizzazione della terapia già prima del controllo ambulatoriale di follow-up, programmato a un mese dalla dimissione”.