
Opere da restaurare nella Pieve di San Martino
La Pieve di San Martino rappresenta un gioiello carissimo ai sestesi. La dimostrazione è arrivata dalla mobilitazione dopo i danni causati dall’alluvione del marzo scorso, con decine e decine di volontari che si sono subito messi all’opera per spalare il fango. L’ondata di solidarietà prosegue per il recupero delle opere.
Un prezioso regalo è arrivato da un gruppo di restauratori, Daniela e Stefania Valentini e Alejandro Guevara della ditta Valentini Ventura, che si sono messi a disposizione per restaurare, gratuitamente, la scultura del 'Cristo morto' di Francesco Collina, risalente alla seconda metà dell’Ottocento, che si trovava, prima dell’inondazione, nell’angolo preghiera dei locali sotto la Pieve, la cripta, completamente sommersa nel marzo scorso.
L’opera, in gesso policromo, raffigura Cristo morto dopo la Deposizione e veniva utilizzata, prima del Concilio, per i riti di preparazione alla Pasqua: "Purtroppo – spiega Daniela Valentini – la scultura è ridotta molto male perché è stata distrutta in tre pezzi. In più, essendo di gesso, l’acqua l’ha fatta gonfiare. Quindi in primo luogo dovremo occuparci dell’assemblamento delle diverse parti, poi della completa ripulitura e alla fine del restauro pittorico. Il tutto comporterà un lavoro di diversi mesi, ho promesso al parroco don Daniele Bani di restituire l’opera restaurata entro fine marzo. L’intervento sarà fatto sotto la sorveglianza della Sovrintendenza".
L’idea di regalare il restauro alla Pieve è nata in maniera spontanea, per un senso di appartenenza: "Siamo sestesi – prosegue Daniela – e perciò sentiamo un legame speciale con la Pieve. Non potendo partecipare in altro modo ad aiutare la chiesa dopo l’alluvione di marzo, abbiamo deciso di impegnarci in questo senso. Anche per l’amicizia che ci lega a don Daniele, abbiamo pensato che per lui fosse importante, se aveva dei fondi da reperire, destinarli a cose più “urgenti“ per la popolazione. Quindi abbiamo deciso di non presentare il conto".