REDAZIONE FIRENZE

Regionali, Del Re e il passo di lato: "Contro di me ostracismo e veti. La mia battaglia resta in Comune"

L’anima di Firenze Democratica aveva suscitato l’interesse di Verdi e civici "Io candidata? Dicono che avrei messo in pericolo il campo largo. Il solito dirigente Pd mi ostacola".

L’anima di Firenze Democratica aveva suscitato l’interesse di Verdi e civici "Io candidata? Dicono che avrei messo in pericolo il campo largo. Il solito dirigente Pd mi ostacola".

L’anima di Firenze Democratica aveva suscitato l’interesse di Verdi e civici "Io candidata? Dicono che avrei messo in pericolo il campo largo. Il solito dirigente Pd mi ostacola".

di Francesco Ingardia

Cecilia Del Re rimane al suo posto, e rilancia. La pasionaria di Firenze Democratica annuncia il passo indietro rispetto alla chance di candidarsi coi Verdi alle regionali d’autunno. Colpa di ’veti incrociati’ sul suo nome, ingombrante per Sinistra Italiana che su Firenze punta forte sull’enfant prodige Lorenzo Falchi, il sindaco di Sesto, e scomodo al contempo per il Pd sia per vecchi attriti ai tempi di Nardella sindaco che portarono alla “defenestrazione” di Del Re da assessora all’Urbanistica, sia per il cortocircuito tra i dem di dover accettare di candidare nel campo largo un’esponente che a Palazzo Vecchio siede all’opposizione.

Prima l’interessamento del civico Del Ghingaro, poi dei Verdi, coi quali ha registrato convergenze importanti...

"Entrambi gli interessamenti mi hanno fatto piacere, ma coi Verdi abbiamo ravvisato delle assonanze su temi che ci stanno a cuore. Detto ciò, porterò avanti l’attività del nostro gruppo in consiglio comunale insieme ai consiglieri di quartiere e ai nostri iscritti, restando aperti a collaborare con chi vorrà confrontarsi con noi".

Come spiega i veti di SI e Pd?

"I veti non dipendono dal fatto che a Firenze sono all’opposizione, lo sono anche Iv e M5s, ma dalla paura di non entrare in consiglio regionale da parte di SI, ma anche personalismi e prove di forza. Nei miei confronti continua l’ostracismo del solito dirigente del Pd, che purtroppo ispira anche chi lo ha succeduto. Qualcuno ha detto che la mia candidatura avrebbe messo addirittura in pericolo il campo largo, che evidentemente vale per molti, ma non per tutti (ride, ndr)".

Il "solito dirigente Pd" sarebbe il (suo) ex sindaco Dario Nardella?

"Preferisco non rispondere, basta dire che non c’erano le condizioni per candidarmi, ma contribuiremo alle Regionali con proposte che presenteremo alla festa di Fd, su cui chiederemo un confronto. Mi lasci dire che questo stallo a meno di 100 giorni dal voto ha del grottesco. Concordo con l’ex governatore Rossi quando dice che un’eventuale sostituzione di Giani avrebbe richiesto di essere preparata da tempo e affrontata con rispetto umano e istituzionale".

Quali sono stati i cavalli di battaglia di Fd in questo primo anno all’opposizione?

"Abbiamo formulato proposte costruttive, insieme ad un’azione di controllo per chiedere trasparenza. Dalla permuta per un’area verde in Via Mariti e gli emendamenti al Piano del verde per una città spugna, alla ricognizione degli immobili sfitti, più una regolamentazione degli affitti brevi modello Barcellona. E ancora, il collegamento del centro storico, tema rimasto tabù, e lo studio per una tramvia o metropolitana circolare a servizio dei comuni della provincia. Fino a una multiutility come società benefit con il servizio idrico tenuto fuori".

E Come giudica il primo anno di giunta Funaro?

"Oltre 150 interrogazioni delle minoranze senza risposta, assenza di dialogo con i cittadini su scelte comunicate all’ultimo (vetrofanie, cantieri o evento in Santo Spirito), riunioni della giunta nei quartieri svolte con i soli gruppi di maggioranza, nessuno ufficio dedicato alla partecipazione e alla gestione dello spazio pubblico; nomine fatte bypassando norme e consiglio, che ricadono sempre sulle stesse persone con doppi e triplici incarichi. Tutto, insomma, fuorché plurale".