SILVIA BINI
Cronaca

La mobilitazione dem. Il sostegno a Biagioni e la chiamata all’unità dei "grandi vecchi Pd"

Dopo l’intervista al segretario: "Finalmente si apre la discussione. Rivendichiamo con orgoglio le scelte per la costruzione della coalizione".

Dopo l’intervista al segretario: "Finalmente si apre la discussione. Rivendichiamo con orgoglio le scelte per la costruzione della coalizione".

Dopo l’intervista al segretario: "Finalmente si apre la discussione. Rivendichiamo con orgoglio le scelte per la costruzione della coalizione".

Nel tumulto seguito alle dimissioni della sindaca, i riflettori si sono inevitabilmente spostati sulla tenuta del Partito Democratico e sulla direzione da prendere in un momento così delicato per la città e per il centrosinistra locale. La miccia che ha riacceso il dibattito è stata l’intervista rilasciata dal segretario provinciale del Pd, Marco Biagioni, a La Nazione. Un’intervista che ha trovato subito eco, e non solo tra i quadri dirigenti.

A sostegno di Biagioni si sono schierati nomi che raccontano, da soli, un’epopea: Mario Dini, Rosanna Minozzi, Salvatore Balletta, Mario Barbacci e Mario Bensi (questi ultimi nella foto). Volti, più che nomi. Generazioni di militanza che affondano le radici nei decenni cruciali della sinistra pratese, e che oggi decidono non di ritirarsi in silenzio, ma di intervenire nel dibattito, offrendo uno sguardo che è insieme storico e politico.

"Abbiamo ritenuto di scrivere questa breve nota per contribuire all’inizio della discussione auspicata dal segretario". Una dichiarazione di disponibilità al confronto, ma anche una presa di posizione netta: "L’intervista del segretario non solo è da noi condivisa, ma cade nel momento giusto. Finalmente si apre la discussione".

Parole che suonano come uno spartiacque. Perché se è vero che il caso giudiziario che ha investito la sindaca ha generato uno choc nella politica locale - tanto da condurre, per la prima volta nella storia della città, al commissariamento del Comune - è altrettanto vero che da questo trauma, sostengono i firmatari, può nascere l’occasione per un ripensamento.

Le dimissioni "giuste", servono a "mettere la sindaca nelle condizioni di potersi difendere dalle accuse e dimostrare di aver agito nell’interesse generale". Ma la politica - e qui sta il nodo - non può rimanere immobile. Occorre, "riallacciare i legami con tutti i cittadini, con i nostri elettori, con i nostri iscritti, con i nostri alleati". Un richiamo concreto alla ricostruzione del rapporto tra partito e città. In questo senso, Biagioni viene indicato come il garante di un programma politico che affonda le radici nel congresso che lo ha eletto, e soprattutto come interprete di una "coalizione ampia e di un programma politico innovativo per la città. In questo momento difficile rivendichiamo con orgoglio le scelte che sono state fatte nella costruzione della coalizione, un’alleanza tra forze democratiche, di sinistra, civiche e riformiste". Un’alleanza che - è la tesi - va ora rilanciata con maggiore determinazione, poiché riflette una prospettiva non solo comunale ma regionale e nazionale.

C’è anche un passaggio più lirico in cui i firmatari ricordano come la sinistra abbia governato Prato nei decenni del boom demografico, trasformandola da "una città di settantamila abitanti a una di oltre duecentomila, facendola diventare tra le più ricche d’Italia". Un modo per dire che non si parte da zero, che c’è un’eredità da non dimenticare, ma anche da rimettere in gioco.

Il finale è affidato a un motto antico ma sempre evocativo: "Uniti si vince". Un messaggio rivolto al partito, ma anche agli alleati e, in senso più ampio, a quell’elettorato che oggi osserva con smarrimento le turbolenze della politica locale.

Se sarà davvero l’inizio di una nuova fase, lo diranno i prossimi mesi. La vecchia guardia della sinistra pratese invita a non disperdere ciò che è stato costruito.

Silvia Bini