Pietro Mecarozzi
Cronaca

Nel cantiere della strage: salgono sulla gru di notte. Banda di giovani nei guai

Quattro minorenni si sono intrufolati nell’area ancora sotto sequestro. Sono stati individuati dai carabinieri e indagati per “violazioni di sigilli”

Il cantiere di via Mariti (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Il cantiere di via Mariti (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 13 maggio 2025 – Si sono intrufolati nel cantiere della strage di via Mariti. Dove il 16 febbraio 2024 una trave dello ’scheletro’ del supermercato Esselunga in costruzione è crollata uccidendo cinque operai e marchiando a vita quel luogo come un luogo di dolore. La banda di quattro ragazzi, tutti minorenni, non ha pensato a tutto questo. Scavalcata la ricezione che perimetra l’intera area, posta ancora sotto sequestro, si sono poi diretti in una delle gru ancora presenti all’interno (per la quale nei giorni scorsi sono iniziate le procedure di smontaggio) e ci sono saliti.

Un gesto folle. Non solo per la storia recente del cantiere di via Mariti, ma anche per la sua pericolosità. Cosa ha spinto il gruppetto a questo blitz è ancora un mistero. I fatti risalgono al 23 marzo scorso, e stando a quanto emerge, i giovani – forse individuati dalle videocamere di sicurezza della zona, forse traditi da un allarme collegato a una sala operativi – sono stati individuati dai carabinieri e riconsegnati ai genitori.

La procura dei minori di Firenze ha aperto a loro carico un fascicolo d’inchiesta: i ragazzi sono indagati con l’accusa, in concorso, di violazione dei sigilli (in quanto il cantiere era per l’appunto ancora sotto sequestro).

Uno dei ragazzi, difeso dall’avvocato Francesco Stefani, verrà interrogato dagli inquirenti il prossimo 22 maggio, con l’obiettivo di ricostruire la dinamica dei fatti e far luce sui motivi del gesto. Una bravata di cattivo gusto? L’ennesima challenge (sfida) esplosa sui social? Acrobazie da parkour? Serve tempo per trovare le risposte. Una cosa è certa: la banda di minorenni rischia grosso: la violazione dei sigilli è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 103 a 1.032 euro.

Nelle ultime settimane, le gru dal cantiere di via Mariti sono nel bel mezzo delle fasi di smontaggio, e all’orizzonte si comincia a intravedere il dissequestro dell’area. Per mettere in sicurezza via Giovanni da Empoli, la strada è stata chiusa: ulteriore sale sulle ferite per i residenti e commercianti che già hanno visto dalle finestre quegli attimi d’inferno. Da oltre un anno sono chiusi in un vicolo, senza poter arrivare a casa in macchina, parcheggiare, avere un’ambulanza al portone, con clienti decimati, e pure in balia di balordi che approfittano dell’assenza di passaggio.

Sul fronte indagini, invece, due settimane fa il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta dei legali di Alfonso D’Eugenio, l’ex amministratore delegato della Rdb, ditta produttrice della trave crollata nel cantiere di via Mariti: l’uomo rimane quindi agli arresti domiciliari. La decisione è stata notificata ai suoi avvocati, Fabrizio Acronzio e Sigfrido Fenyes, che avevano chiesto al collegio di giudici la revoca della misura, perché “insussistenti le esigenze cautelari che giustifichino una decisione così grave”. I due pm titolari dell’inchiesta, Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, avevano invece ribadito, per circa due ore di intervento, i motivi per i quali D’Eugenio deve rimanere ai domiciliari. In primis il presunto controllo che l’ex numero uno di Rdb avrebbe continuato a esercitare anche dopo il suo passo indietro dalla dirigenza della società.