
A Palazzo Vecchio la rassegna curata dal nostro giornale e dal Comitato per le celebrazioni del Maestro. Le immagini delle battute di caccia in Maremma e le lettere agli amici Antinori e della Gherardesca.
di Rossella ConteFIRENZEOmaggio a un gigante della musica. E’ stata inaugurata ieri nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze la mostra che La Nazione dedica a Giacomo Puccini (dopo l’anteprima dell’autunno 2024 alla Camera dei Deputati in occasione del centenario della morte del compositore e del 165° anniversario della fondazione del quotidiano). Adesso la tappa fiorentina che ha visto l’intervento della sindaca di Firenze Sara Funaro con l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini e insieme al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, al marchese Piero Antinori, al maestro Alberto Veronesi, presidente del Comitato delle celebrazioni per il centenario pucciniano.
Tra i numerosi ospiti il sovrintendente della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, Carlo Fuortes insieme ad autorità militari e ai rappresentanti di enti e istituzioni, accolti dal condirettore di Qn, Piero Fachin insieme alla vicedirettrice de La Nazione, Cristina Privitera e alla responsabile della cronaca di Firenze, Erika Pontini.
L’esposizione, aperta fino al 10 settembre (ore 14.30-18.30, ingresso gratuito) propone un percorso in 36 pannelli che ripercorrono la vita e la carriera del Maestro attraverso riproduzione di articoli (provenienti dall’archivio de La Nazione), immagini e documenti storici. La mostra permette di rileggere la figura di Puccini a partire dal suo legame con Firenze. "La nostra città ebbe un ruolo speciale nella vita e nell’opera del grande compositore – afferma la sindaca Funaro –. Accogliere questa mostra a Palazzo Vecchio significa rendere omaggio non solo al Maestro ma anche al legame con la nostra città".
"Ho “conosciuto“ Puccini a 12 anni grazie a mio padre che mi regalò una registrazione delle sue opere e da allora è stata una passione senza fine" racconta Maurizio Sessa, curatore della mostra e già giornalista de La Nazione, intervistato dal collega Guglielmo Vezzosi. Tra i pezzi esposti spiccano alcune lettere inviate dal compositore agli amici fiorentini, il marchese Piero Antinori e il conte Giuseppe della Gherardesca, offerte dall’Archivio storico Antinori, ma anche il certificato di battesimo recuperato a Lucca, locandine e recensioni delle prime fiorentine, oltre a costumi storici e a una dettagliata mappa dei suoi viaggi internazionali. "Con le sue opere eseguite in tutto il mondo – aggiunge Sessa – è stato un vero ambasciatore di italianità".
Un ruolo che emerge anche dalle lettere private, nelle quali, come ricorda il marchese Antinori – nipote e omonimo di Piero Antinori, amico di Puccini – "traspare sempre malinconia, ma anche il senso dell’umorismo che caratterizzava il Maestro. Ma emerge anche una grandissima passione per la caccia, che condivideva con i suoi amici più cari", con indimenticabili battute in Maremma. "Altre volte – aggiunge – si divertiva a inserire rebus, anagrammi e parole cifrate che spesso solo i destinatari sapevano interpretare".
"Sicuramente Puccini è una figura che ha contribuito a diffondere l’immagine dell’Italia all’estero – sottolinea l’assessore Bettarini –. L’eccellenza della sua opera ha rappresentato il nostro Paese nel mondo e continua a farlo ancora oggi". Parole alle quali fanno eco quelle del presidente della Regione, Eugenio Giani: "La Toscana celebra uno dei suoi più grandi geni, e questa rassegna permette di avvicinarsi al compositore in un modo nuovo e documentato" mentre il presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni pucciniane, Alberto Veronesi osserva che "Puccini è uno dei pochi autori che riesce a parlare ancora oggi con forza e attualità".
I vari interventi sono stati scanditi dagli intermezzi musicali di arie pucciniane proposte dal maestro Ladislau Petru Horvath, già primo violino del Maggio, mentre un brindisi al Caffé Rivoire di piazza della Signoria ha concluso l’evento.