
Minacciano di chiedere in blocco il trasferimento al liceo Capponi se anche il prossimo anno scolastico i loro figli dovranno trascorrerlo in una sede distaccata
Firenze, 3 luglio 2025 – Minacciano di chiedere in blocco il trasferimento al liceo Capponi se anche il prossimo anno scolastico i loro figli dovranno trascorrerlo in una sede distaccata. Sono a dir poco imbufaliti i genitori dei 120 studenti che, da settembre, frequenteranno il secondo anno del liceo economico-sociale dell’istituto Salvemini-Duca d’Aosta, la cui sede è in centro, in via Giusti. “Il punto è che ci era stato promesso che solo per lo scorso anno scolastico i nostri figli avrebbero fatto lezione nei locali dei Salesiani, in via Gioberti-via del Ghirlandaio. Invece, oltre alla prima, adesso veniamo a sapere che anche la seconda sarà svolta in succursale. Ma tutto questo è inaccettabile perchè i ragazzi continueranno a dover rinunciare ai laboratori e alla biblioteca scolastica”.
Proseguono i genitori: “Avevamo accettato di sacrificarci per un anno. Ma adesso è troppo. Anche i nostri figli devono godere, come gli altri alunni del Salvemini, di tutte le opportunità offerte dalla loro scuola. La cosa grave è che l’istituto, nonostante le nostre richieste via Pec, ha negato ogni possibilità di colloquio con le famiglie che ne avevano fatto esplicita richiesta, senza neppure ipotizzare soluzioni che potessero in qualche modo attenuare gli effetti negativi di una didattica prolungata lontano dalla sede centrale. Qui siamo di fronte ad una promessa non mantenuta e non possiamo tacere. Faremo una comunicazione all’Ufficio scolastico provinciale e chiederemo in blocco il trasferimento al Capponi. Ogni studente deve avere pari opportunità. Ma così non è per chi si trova distaccato in succursale”.
In una circolare del 26 giugno scorso la scuola stessa parla di “situazione incresciosa e non voluta”, vissuta “con amarezza e delusione”. Ma i genitori pretendono fatti. “La scuola avrebbe almeno dovuto stabilire un criterio equo ed imparziale, magari anche ricorrendo al sorteggio, dal quale però si sarebbero dovute escludere le classi che sono già state sacrificate per un intero anno scolastico”, scrivono le famiglie degli alunni, che vogliono che “quanto affermato al momento dell’iscrizione venga rispettato”. Finora in via del Ghirlandaio erano state accolte solo le prime dell’indirizzo Les. Il nodo nasce dal fatto che, a partire dal prossimo anno, i Salesiani non accoglieranno più le classi prime dell’indirizzo economico-sociale del Salvemini per evitare sovrapposizioni con il loro stesso corso Les. La dirigenza scolastica ha quindi deciso di lasciare lì le classi seconde, già inserite nella struttura.
Ma i genitori non intendono arretrare di un millimetro e sottolineano anche che la sede distaccata è penalizzante dal punto di vista logistico. “Con l’inizio dei cantieri per la tramvia – spiegano – raggiungere via del Ghirlandaio sarà ancora più complicato. Molti genitori, se avessero avuto informazioni corrette al momento dell’iscrizione, avrebbero scelto un altro istituto”.
In attesa di un riscontro, chiedono un incontro urgente con la presidenza e la convocazione straordinaria del consiglio d’istituto.
A chiarire la posizione della scuola è il vicepreside Fausto Moriani: “I Salesiani ci mettono a disposizione quattro aule da anni, che abbiamo sempre destinato alle classi prime del Les. Ma quest’anno ci hanno chiesto di non mandare più le prime per evitare interferenze con il loro stesso corso economico-sociale. Non abbiamo avuto alternative. Anche la Città metropolitana, subito informata, non ha potuto far nulla per cambiare la situazione. Da parte nostra, siamo consapevoli che qualsiasi scelta avrebbe scontentato qualcuno. Il dirigente ha coinvolto il consiglio d’istituto, che ha deciso di mantenere dai Salesiani le quattro classi che lì hanno iniziato il loro percorso. Non c’è contrapposizione con nessuno. Siamo tutti dispiaciuti. Le decisioni sono state condivise negli organi collegiali, dove siedono anche i rappresentanti dei genitori. Abbiamo voluto mantenere questo tipo di discussione, così delicata, all’interno delle sedi istituzionali. La scuola cresce esponenzialmente da anni ed altre strade non erano percorribili. Ci dispiace tanto”.