
Dubbi sulle coalizioni e sulla data esatta del voto. Poche certezze anche sui nomi in corsa. Un viaggio per tastare il polso agli elettori. Risultato? Distrazione e (ancora) poco interesse .
di Elena Burigana
FIRENZE
"Giani e... boh" oppure "Giani e uno giovane" o ancora boh e basta. Sono queste le risposte più frequenti date dai fiorentini alla domanda: quali sono i due candidati delle prossime elezioni regionali?
Dalla nostra piccola indagine (senza pretese statistiche) emerge che Alessandro Tomasi, 45 anni, candidato del centrodestra (in attesa dell’ufficialità della coalizione e quindi non ancora in campo) e attuale sindaco di Pistoia di Fratelli d’Italia, è piuttosto sconosciuto.
Considerazione che dovrebbe far dormire sogni tranquilli all’attuale presidente Eugenio Giani (molto più noto dopo una vita in politica tra Comune e Regione) candidato del Partito Democratico e della coalizione di campo largo che sostiene il governatore uscente. Sogni tranquilli si fa per dire, anche perché non pochi dei nostri intervistati hanno affermato che non sono sicuri di andare a votare.
"Deciderò in questi giorni, ma non sono convinta", confessa Margherita Picchiotti, 26 anni. Manuela Perna, 31 anni, è d’accordo: "Solo quando i candidati avranno definito le loro priorità, prenderò una decisione". Fa eco Giuseppe Metaponte, 27 anni: "Sceglierò se andare a votare a settembre. Dipende molto dai miei impegni".
Non solo i candidati, ma anche la data delle elezioni rimane un mistero per molti. L’anno è chiaro – almeno quello: 2025. Il mese anche: "Ottobre", risponde convinta la maggioranza.
I giorni meno. C’è chi prova con un generico "Si terranno a metà mese", chi si ricorda del 12 (ma scorda il 13...) e chi ci rinuncia e ammette "Non lo so".
A creare tanta confusione è anche il tema del campo largo. La metà degli intervistati non ha idea di che cosa sia. Solo tre persone – Marilena Mele, 44 anni, Luca Giannone, 50, e il giovane Giuseppe – sanno effettivamente di cosa si tratta.
Quest’ultimo spiega che "il campo largo prevede l’alleanza delle forze parlamentari di opposizione dal M5S a Italia Viva con Pd e Avs in Toscana". Altri tentano con frasi del tipo "È una specie di coalizione con il M5S" oppure "Un’unione della sinistra con il Movimento 5 Stelle". Massimiliano Campinoti, 59 anni, è tranchant: "È un’accozzaglia di persone con poco in comune, che stanno insieme per un unico obiettivo".
Mancano due mesi esatti alle votazioni e la scena politica regionale è segnata da un’incertezza crescente. I cittadini sentono parlare soltanto adesso – peraltro ad agosto, mentre molti sono in ferie – di candidati e di coalizioni varie. Per gli elettori fiorentini, questo scenario si traduce in una difficoltà di orientamento. Il messaggio è ambiguo e, come emerge anche dal nostro mini sondaggio, scetticismo o disaffezione finiscono per essere naturalmente alimentati.
Va meglio quando si parla di quali dovrebbero essere le priorità nei programmi per la regione. Per i fiorentini, la sicurezza sul lavoro e la sanità dovranno essere messe al primo posto, indipendentemente dalla coalizione che uscirà vincente dalle urne. Istruzione e la reale applicazione delle politiche green sono altri temi cari, soprattutto tra i più giovani. Sempre Giuseppe, il più informato, precisa: "A mio parere le priorità cambiano a seconda dell’area geografica. Se per le città meta di turismo l’overtourism e la vivibilità sono un tema importante, per le altre province immagino che servizi di prossimità e gli investimenti sulle infrastrutture possano essere dei temi prioritari".
Fabio Tartagli, 60 anni, sottolinea: "Il ripristino e la manutenzione delle vie fluviali dopo i disastri degli ultimi anni dovrebbero essere al centro dei discorsi politici".
Il clima che si respira per strada sembra quindi essere quello di una mancanza di informazione generalizzata, dovuta non solo al poco interesse per le prossime elezioni, ma soprattutto a una sfiducia generalizzata nei confronti della classe politica come testimonia d’altronde l’affluenza costamente in calo nelle ultime tornate elettorali.
Non sono mancati infatti commenti dal tono polemico: "Tanto le cose non cambieranno" fino al ’morettiano’ "Destra e sinistra ormai sono uguali". E ancora "dei problemi reali dei cittadini nessuno se ne cura più". Insomma, la politica non sembra far breccia, almeno per ora, nei cuori della gente. E se l’affluenza alle urne nel 2020 era stata del 62,60%, è una sfida raggiungere un simile traguardo anche quest’anno visto che le percentuali si assottigliano di voto in voto anche nella più attenta Toscana.