EMANUELE BALDI
Cronaca

Pd-5 Stelle, luci e ombre in Toscana. Lista dem: la grana delle deroghe

di Emanuele Baldi e Francesco Ingardia FIRENZE Più una fusione a freddo che un matrimonio. Al netto dei proclami del giorno dopo l’adesione,...

Il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi con il governatore della Toscana Eugenio Giani, appena ricandidato

Il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi con il governatore della Toscana Eugenio Giani, appena ricandidato

di Emanuele Baldi e Francesco Ingardia

FIRENZE

Più una fusione a freddo che un matrimonio. Al netto dei proclami del giorno dopo l’adesione, o meglio la disponibilità a valutarla, di un Movimento 5 Stelle "lacerato" per dirla con Conte anche nel voto online (vincono 60 a 40 i sì-dem), non entusiasma le stanze della politica, specie quelle dei riformisti Pd (e ancora Renzi tace...). Ma tant’è: la volontà del Nazareno, campo largo a tutti i costi, almeno è stata rispettata. Eugenio Giani, incoronato dalla segreteria regionale per la corsa bis, è troppo euforico per preoccuparsi del prossimo tavolo con i pentastellati. E quindi fa il diplomatico, poi si vedrà, parlando di "molte questioni dove ci siamo trovati pienamente allineati" con i 5 Stelle. "In particolare - dice - sui temi ambientali, che sono da sempre centrali per il Movimento. O sulle energie rinnovabili, ad esempio. Anche sulla gestione dell’acqua pubblica, la mia posizione è da sempre chiara: deve restare un bene collettivo". Positivo anche il segretario regionale dem Fossi: "Giani non è solo un nome: è il segno che la squadra c’è, che il nostro campo largo e progressista prende forma davvero".

Ma alla segreteria Pd non sfugge che Giani è riformista puro, non uno schleiniano. Dove ottenere allora quella "forte discontinuità" richiesta dal nuovo corso del Nazareno? Sulla lista, ovvio. Con un dato certo: impossibile replicare il bottino di seggi del 2020 (22), le prioiezioni in base ai sondaggi fissano al massimo dai 16 ai 18 scranni.

Giovedì la segreteria di Fossi ha scelto di non decidere, votando un regolamento per le liste che si rifà in toto alla norma sull’incandidabilità fissata dallo statuto nazionale. Oltre i due mandati non è possibile andare, salvo deroghe. Che, assicurano dalla sede di via Forlanini, saranno al massimo "tre per eccesso", in virtù del comma 9 che fissa un numero di casi "non superiore al 10% degli eletti Pd" alle ultime regionali. Tolti casi sparuti di coloro che hanno sfruttato un precedente toscano: il famoso ’lodo Ceccarelli’, dall’ideatore Vincenzo. Sfuggono, quindi, al regime delle deroghe tutti i consiglieri con un mandato da assessori.

Ma che ne sarà della fitta pattuglia di consiglieri a tetto a cui tremano i polsi? Per Francesco Gazzetti, Marco Niccolai, Enrico Sostegni, Giacomo Bugliani, Federica Fratoni e, ovviamente, il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, "decide Fossi", dicono da via Forlanini. Idem per l’ipotesi mai utilizzata del listino bloccato La settimana calda per sciogliere il nodo dal 26 agosto al 9 settembre. Si vota il 12 e 13 ottobre, Giani firmerà il decreto la "prossima settimana". Tre giorni dopo, il 12, scade il termine ultimo per il deposito delle liste vidimate dal (ri)candidato presidente.