
Firenze, viale Lavagnini: Palazzo del Sonno (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)
Firenze, 17 giugno 2025 – Nonostante l’interesse di grandi gruppi internazionali, il “Palazzo del Sonno” di Firenze resta in mani italiane, perfino toscane. Ed è un aspetto affatto scontato, considerato lo shopping immobiliare degli ultimi anni in città con pezzi di storia passati a proprietà straniere.
Dietro all’operazione immobiliare – del valore di alcune decine di milioni di euro – c’è una società di Prato, la Bos Srl, partecipata equamente da Oktò di Bruno Berti e Ovidio Viti (che nella città laniera si sta occupando di importanti recuperi come quella dell’ex liceo Copernico di via Costantini e l’ex lanificio Rosalinda, a Viaccia) e da Sbs di Sauro Bigagli.
La società pratese ha rilevato l’immobile da una società bresciana bruciando circa 38 pretendenti all’acquisto, per la maggior parte fondi esteri.
Si parla del grande complesso che si trova tra viale Spartaco Lavagnini, viale Strozzi, via Leone X e via Lorenzo il Magnifico: un grande edificio di 18mila metri quadri circa a ferro di cavallo con un piano interrato e quattro fuori terra e un giardino interno da duemila metri quadri.
Era la “casa” delle Ferrovie (per tanti anni, fin dai primi del Novecento), poi ha visto sbocciare nel suo complesso The Social Hub, il grande studentato di viale Lavagnini. Ora si apre una nuova prospettiva per l’immobile, dopo che tutte le osservazioni sono state recepite: si apre invece l’interrogativo sulla destinazione.
Potrà essere, secondo le norme comunali per quello stabile, sia residenziale che direzionale, quindi vi saranno abitazioni e/o uffici sia pubblici (fra le ipotesi anche quella di un interessamento dell’Agenzia delle Entrate) che privati, ma potrebbe anche diventare una sede scolastica internazionale.
Comunque si tratterà di sistemazioni di alto livello, per la posizione di pregio, a due passi dal centro storico, e per l’imponenza del palazzo, che peraltro non avrà bisogno di grandi interventi di recupero: ci saranno piuttosto sistemazioni mirate, ma senza necessità di rivoluzioni. Una rinascita per un edificio che ha la sua storia e che occupa una posizione importante in città.