ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Mattia Giani, il ricordo dell’allenatore: “Al suo posto la sua foto. Gioca sempre con noi”

Nico Scardigli, tecnico del Castelfiorentino: “Mattia è stato sfortunato. Con dei soccorsi tempestivi avrebbe potuto salvarsi, come Bove”

Mattia Giani

Mattia Giani

Firenze, 16 maggio 2025 – Il ricordo vive a ogni partita, accompagna la squadra durante gli allenamenti, in tutte le trasferte. A distanza di tredici mesi dalla morte di Mattia Giani, il Castelfiorentino United continua a scendere sui campi di mezza Toscana con lui. E per lui. È come se Mattia non avesse mai lasciato lo spogliatoio della squadra. “Si sedeva sempre al solito posto e noi lì abbiamo posato la sua foto accanto alla sua maglia, la numero 10” racconta Nico Scardigli, l’allenatore che nell’aprile dell’anno scorso vide Mattia crollare a terra all’improvviso sul campo del Lanciotto, in quel tragico pomeriggio a Campi Bisenzio. “Quelle immagini sono ancora impresse nei nostri occhi, ognuno oggi lo porta dentro. È un ricordo che nessuno ci potrà mai togliere, resta indelebile. Mattia era un ragazzo d’oro e vive ancora con noi, in ogni movimento”.

Mattia, 26 anni, era affetto dalla cardiomiopatia aritmogena, lo stesso male brutale e silenzioso che affliggeva il cuore dell’ex capitano della Fiorentina Davide Astori. È quanto emerso dalla consulenza disposta dalla procura di Firenze nell’ambito dell’indagine sulla morte del calciatore gialloblù. “Nonostante tutti i controlli che vengono fatti c’è qualcosa che ancora sfugge alla medicina e questo accade anche ai massimi livelli – commenta Scardigli –. Nel caso di Mattia restano ancora tante domande in sospeso e spero si possa fare chiarezza. Noi in questo anno abbiamo fatto tutto il possibile per dare massimo sostegno alla famiglia”.

Un mese fa, a un anno dalla tragedia, erano in tantissimi alla messa in memoria di Mattia. A San Romano di recente gli è stato intitolato un campo da calcetto dietro la parrocchia dove è stata realizzata anche una statua con il suo volto. La tragedia ha lasciato un segno profondo. E la società del Castelfiorentino da allora si impegna per promuovere la prevenzione sui campi di calcio. Ed evitare altre tragedie. “Nel caso di Bove i soccorsi sono stati tempestivi, in pochi minuti il ragazzo è stato trasportato a Careggi e per fortuna si è salvato – osserva ancora l’allenatore gialloblù –. Mi sono chiesto se lo stesso sarebbe potuto accadere a Mattia, se si sarebbe potuto salvare”.

Dopo la morte di Giani è stato introdotto l’obbligo di un’ambulanza o del medico all’interno degli impianti sportivi anche durante le partite di Eccellenza. Ma se si scende di categoria, l’obbligo per le società decade. “Nel frattempo siamo retrocessi in Promozione dove l’obbligo non è presente – continua Scardigli –, nelle partite casalinghe abbiamo sempre la copertura di un’ambulanza, spesso però quando andiamo in trasferta non è così”. La percezione del pericolo però è cambiata. “C’è un’attenzione diversa anche nella presenza e nell’utilizzo dei defibrillatori. Mi rendo conto che ci vorrebbe un indotto e una potenza inaudita per garantire la copertura sanitaria su tutti i campi di calcio. Molto è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare”. Intanto il Castelfiorentino United continuerà a scendere in campo per il suo numero 10 e a battersi per la sicurezza degli atleti nel nome di Mattia. A ogni livello, a prescindere dalla categoria.