
Mattia Giani
Firenze, 16 maggio 2025 – Il ricordo vive a ogni partita, accompagna la squadra durante gli allenamenti, in tutte le trasferte. A distanza di tredici mesi dalla morte di Mattia Giani, il Castelfiorentino United continua a scendere sui campi di mezza Toscana con lui. E per lui. È come se Mattia non avesse mai lasciato lo spogliatoio della squadra. “Si sedeva sempre al solito posto e noi lì abbiamo posato la sua foto accanto alla sua maglia, la numero 10” racconta Nico Scardigli, l’allenatore che nell’aprile dell’anno scorso vide Mattia crollare a terra all’improvviso sul campo del Lanciotto, in quel tragico pomeriggio a Campi Bisenzio. “Quelle immagini sono ancora impresse nei nostri occhi, c’è chi ha cambiato squadra e chi è rimasto, ma ognuno
di noi oggi lo porta dentro. È un ricordo che nessuno ci potrà mai togliere, resta indelebile. Mattia era un ragazzo d’oro e vive ancora con noi, in ogni movimento”.
Mattia, 26 anni, era affetto dalla cardiomiopatia aritmogena, lo stesso male brutale e silenzioso che affliggeva il cuore dell’ex capitano della Fiorentina Davide Astori. È quanto emerso dalla consulenza disposta dalla procura di Firenze nell’ambito dell’indagine sulla morte del calciatore gialloblù. “Nonostante tutti i controlli che vengono fatti c’è qualcosa che ancora sfugge alla medicina e questo accade anche ai massimi livelli – commenta Scardigli –. Nel caso di Mattia restano ancora tante domande in sospeso e spero si possa fare chiarezza. Noi in questo anno abbiamo fatto tutto il possibile per dare massimo sostegno alla famiglia”.
Un mese fa, a un anno dalla tragedia, erano in tantissimi alla messa in memoria di Mattia. A San Romano di recente gli è stato intitolato un campo da calcetto dietro la parrocchia dove è stata realizzata anche una statua con il suo volto. La tragedia ha lasciato un segno profondo. E la società del Castelfiorentino da allora si impegna per promuovere la prevenzione sui campi di calcio. Ed evitare altre tragedie. “Nel caso di Bove i soccorsi sono stati tempestivi, in pochi minuti il ragazzo è stato trasportato a Careggi e per fortuna si è salvato – osserva ancora Scardigli che ha allenato i gialloblù fino a novembre 2024 –. Mi sono chiesto se lo stesso sarebbe potuto accadere a Mattia, se si sarebbe potuto salvare”.
Dopo la morte di Giani è stato introdotto l’obbligo di un’ambulanza o del medico all’interno degli impianti sportivi anche durante le partite di Eccellenza. Ma se si scende di categoria, l’obbligo per le società decade. “In Promozione ad esempio l’obbligo non è presente – continua Scardigli –, nelle partite casalinghe a Castelfiorentino c’è sempre la copertura di un’ambulanza, ma spesso in trasferta non è così”. La percezione del pericolo però è cambiata. “C’è un’attenzione diversa anche nella presenza e nell’utilizzo dei defibrillatori. Mi rendo conto che ci vorrebbe un indotto e una potenza inaudita per garantire la copertura sanitaria su tutti i campi di calcio. Molto è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare”. Intanto il Castelfiorentino United continuerà a scendere in campo per il suo numero 10 e a battersi per la sicurezza degli atleti nel nome di Mattia. A ogni livello, a prescindere dalla categoria.