Omicidio di Niccolò Ciatti, il verdetto è vicino. In serata attesa la sentenza

Oggi le conclusioni del pubblico ministero Erminio Amelio davanti alla corte d’assise, poi la camera di consiglio: qui il ceceno Bissoultanov, accusato di omicidio volontario, rischia l’ergastolo

Roma, 7 febbraio 2023 - Se fosse una partita di calcio, il risultato sarebbe di 2 a 0 per la Spagna ma l’Italia sta per tirare un rigore al novantesimo, e in teoria potrebbe ancora pareggiare. Ma la partita che si sta giocando, non è quella di pallone, e in palio non ci sono i tre punti, ma la giustizia per una giovane vita spezzata a poco più di vent’anni: quella di Niccolò Ciatti, fiorentino di Scandicci, commerciante del mercato di San Lorenzo che, nell’ultima notte di vacanza a Lloret de Mar, nell’agosto 2017, incontrò la morte.

Niccolò Ciatti
Niccolò Ciatti

L’assassino, secondo due sentenze già emesse in Spagna, è Rassoul Bissoultanov, ceceno figlio di rifugiati politici, colui che sferrò un calcio devastante alla testa di Niccolò, durante una lite che non aveva motivo, visto che che loro due neanche si conoscevano. E infatti, dinanzi alla corte d’assise di Roma, nel processo fotocopia che si sta celebrando presso l’aula bunker di Rebibbia, oltre a un dibattimento per la formazione della prova, è andata in scena una neanche troppo mascherata strategia difensiva mirata a non celebrare il procedimento a carico del lottatore di Mma, una micidiale arte marziale che mescola più discipline.

Il ceceno Bissoultanov
Il ceceno Bissoultanov

I fatti oggetti dei processi, spagnolo e italiano, sono infatti gli stessi. E per questi fatti Bissoultanov è stato condannato in primo grado a Girona a quindici anni, confermati anche dalla corte d’appello di Barcellona. E’ il minimo previsto dalla legge di uno Stato che per l’omicidio (volontario) contestato al ceceno, non contempla comunque più di 25 anni, la condanna invece proposta dalla parte civile. Rimasta però inascoltata. Dunque, l’apice della giornata di oggi - al netto di una possibile sentenza della sera o eventuali colpi di scena - sarà dunque la richiesta di condanna per Bissoultanov che il pubblico ministero Erminio Amelio quantificherà al termine della sua requisitoria.

Ergastolo? Ci sta. Ma siccome Spagna e Italia non si sono trovati d’accordo sulla giurisdizione, entrambi i Paesi hanno deciso di processare l’imputato. E Bissoultanov sconterà la condanna che diventerà definitiva per prima. La Spagna, con i suoi due gradi di giudizio già raggiunti, è inesorabilmente in vantaggio. Ma se oggi arrivasse il verdetto, l’Italia accorcerebbe la distanza. Nel frattempo, gli avvocati spagnoli dei Ciatti hanno fatto ricorso alla Cassazione per continuare a chiedere una condanna più pesante. Bissoultanov è latitante dalla scorsa estate. Viveva a Girona, in semilibertà. E’ sparito il giorno di un’udienza in cui veniva valutata la possibilità che tornasse in carcere.

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