TERESA SCARCELLA
Cronaca

Cade dalle scale in Rsa e muore, chiesto il processo per i titolari e due dipendenti della struttura

Liliana Calvetti, 87 anni, ha girato indisturbata per i corridoi prima di precipitare con la carrozzina. Per la procura è stata lasciata sola, nonostante avesse bisogno di un’assistenza costante

L’ingresso del palazzo di giustizia

L’ingresso del palazzo di giustizia

Firenze, 23 agosto 2025 – È stato chiesto il rinvio a giudizio per i proprietari e due dipendenti della Rsa Villa Olimpia di Bagno a Ripoli, per la morte della signora Liliana Calvetti, 87 anni, ospite della struttura fino al novembre 2022. È lì che la donna, non autosufficiente, è caduta rovinosamente dalle scale, riportando ferite gravi a tal punto da morire pochi giorni dopo su un letto di ospedale. L’accusa è quella di omicidio colposo in concorso tra di loro. L’udienza preliminare è fissata per l’11 novembre. Secondo la procura, i proprietari della struttura e le due operatrici - un’infermiera e una Oss - che erano di turno quella notte, avrebbero peccato di negligenza e imprudenza: da una parte i proprietari non avrebbero adottato le misure necessarie ad evitare l’incidente; dall’altra le operatrici non avrebbero badato all’anziana signora nonostante il suo bisogno di assistenza continuativa. Accuse che gli indagati hanno fin da subito rigettato: le misure e i protocolli necessari a tutelare la sicurezza degli ospiti erano state adottate. Per l’avvocato Mario Taddeucci Sassolini, che difende i proprietari della Rsa “le contestazioni mosse sono insussistenti”. Stessa posizione tenuta dall’avvocato Umberto Ghilli, che assiste l’infermiera, secondo cui “le accuse sono infondate”. Entrambi convinti di poterlo provare in sede di udienza preliminare.

Ma veniamo ai fatti. A ricostruire cosa è successo quella mattina del 15 novembre 2022 sono stati i carabinieri di Bagno a Ripoli, dopo aver sentito titolari e dipendenti della struttura e aver visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza. La signora Liliana Calvetti, dopo una nottata turbolenta e insonne, viene fatta alzare dal letto prima del previsto, intorno alle 5.30, perché aveva bisogno di essere cambiata (anche se del suo risveglio non ci sarebbe traccia nella scheda utente).

Di turno c’erano due operatrici, un’infermiera e una Oss appunto, a fronte di una quarantina di ospiti. Troppo pochi per la procura, a maggior ragione se provvedevano a svegliare alcuni ospiti prima del cambio turno. Una volta rivestita e messa sulla carrozzina, la signora viene lasciata sola. Infermiera e Oss proseguono nelle loro mansioni - tra cui portare fuori i sacchi della spazzatura, in assenza del tuttofare – lasciando il piano in due momenti diversi: una alle 5.46, l’altra alle 6. È alle 6.10 che l’ospite, che si è rivelata capace di togliere i freni alla carrozzina e di muoversi in autonomia seppur per tratti brevi, esce dalla stanza e gira per il corridoio, per poi cadere nel vano scale oltre la porta d’emergenza (non si capisce se fosse stata lasciata aperta). Rimane lì per più di un’ora prima di essere ritrovata. Un buco temporale nell’assistenza che i figli della donna proprio non si spiegano.