REDAZIONE FIRENZE

L’alluvione di Prato: "Processate l’ex sindaco e altri dieci indagati"

Chiesto il giudizio per Biffoni e per l’attuale primo cittadino di Montemurlo. Ci furono vittime, allagamenti e danni per milioni di euro in tutto il territorio.

Matteo Biffoni è stato sindaco di Prato dal 2014 al 2024

Matteo Biffoni è stato sindaco di Prato dal 2014 al 2024

La procura di Prato ha chiuso la corposa inchiesta, racchiusa in migliaia di pagine, sull’alluvione che il 2 novembre 2023 funestò gran parte della Toscana. Prato e la sua provincia hanno pagato con due vittime e milioni di euro di danni. Sono 11 le richieste di rinvio a giudizio depositate dalla procura, diretta dal procuratore Luca Tescaroli, per cui il gip Marco Malerba, ha fissato l’udienza preliminare il 19 novembre. La procura ha predisposto il rinvio a giudizio per disastro colposo ed omicidio colposo per Matteo Biffoni, ex sindaco di Prato, e Simone Calamai, sindaco di Montemurlo. "Sinceramente non mi sento responsabile di quanto contestato dalla Procura – afferma Biffoni – I latini affermavano ’ad impossibilia nemo tenetur’ (’nessuno è tenuto all’impossibile’) ed io sono sicuro di aver fatto tutto il possibile sia prima che durante quelle tragiche giornate". Insieme a Biffoni e Calamai la procura ha ritenuto responsabili "a titolo di cooperazione colposa" anche amministratori e tecnici "responsabili in materia di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico e di protezione civile". Tra i nomi per cui è stato chiesto il processo figurano per Prato anche l’ex vicesindaco e assessore alla Protezione civile Simone Faggi, e l’ex assessore all’Urbanistica Valerio Barberis; per Montemurlo l’assessora alla Protezione civile di allora Valentina Vespi.

Nelle richieste compaiono i nomi di Pamela Bracciotti e Sergio Brachi, dirigente e capo della Protezione civile del Comune di Prato; Sara Tintori e Stefano Grossi per il Comune di Montemurlo; Fabio Martelli, responsabile del Genio civile Valdarno centrale, e Luca Della Longa, direttore del IV Tronco di Autostrade per l’Italia (a lui è contestato solo il disastro colposo "per aver omesso di adottare provvedimenti di restrizione o chiusura del traffico nel tratto adiacente al casello di Prato est", scrive la procura). Richiesta di archiviazione per Alessandra Casali (Montemurlo), Giuseppe D’Elia (Autostrade), Iacopo Manetti e Nicola Giusti (Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno). Il disastro causò due vittime: Antonio Tumulo, travolto a Prato dalla piena del torrente Bardena mentre cercava di tornare a casa, e Alfio Ciolini, annegato nel salotto della sua casa invasa dall’esondazione del Bagnolo, a Montemurlo.

L’inchiesta - basata su una perizia redatta da esperti in idraulica, idrogeologia e geotecnica, col supporto dei carabinieri del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Prato - si è concentrata sulle cause dell’alluvione, su eventuali ritardi nei soccorsi e mancate manutenzioni dei corsi d’acqua più a rischio.

Sara Bessi