
Antonio Natali, storico dell’arte e già direttore degli Uffizi, non si tira indietro di fronte alle domande sulla nuova torre...
Antonio Natali, storico dell’arte e già direttore degli Uffizi, non si tira indietro di fronte alle domande sulla nuova torre che svetta dal complesso dell’ex Teatro Comunale, lungo Corso Italia. Osservando le foto (che gli abbiamo inviato) della struttura che sovrasta di diversi metri le case ottocentesche del lungarno Vespucci, parte con un sorriso amaro: "Da tifoso viola quella dicromia bianco-nera mi infastidisce", scherza. Poi aggiunge: "Capisco perché il Consolato Usa volesse andarsene da lì: avere una cosa del genere alle spalle è incombente come il respiro di Putin". Ma sono solo battute, perché subito dopo l’ex direttore del più importante museo italiano passa al ragionamento serio, che affonda le radici nella sua profonda conoscenza della storia dell’arte e dell’architettura.
Natali, dopo aver visto le immagini della torre che idea si è fatto?
"Mi chiedo come sia possibile che nella città dell’uomo che ha realizzato la Cupola e tante altre costruzioni, mi riferisco al Brunelleschi, si sia potuto sgangherare così tanto il rapporto dimensionale fra le architetture. Per anni ho dovuto sopportare le battute malevole di chi chiamava la loggia di Isozaky ’pensilina’, perché si diceva che fosse fuori scala. E quella che c’è in corso Italia cos’è?"
Ce lo dica.
"È forse il troneggiare di una torre che vuole alludere alle torri medievali fiorentine? E perché realizzarla in un quartiere che non ha nulla di umanistico, dove i palazzi sono ottocenteschi e addirittura del Novecento? Qual è la ragione di una cosa siffatta?".
Cosa ne pensa della contingenza e la giustapposizione tra l’antico e il contemporaneo?
"A me non dà fastidio: stratificare dà il senso della vita e della storia. Penso a Donatello e Michelozzo che nel Quattrocento realizzarono il pulpito della Pieve di Santo Stefano, che è il Duomo di Prato, su un edificio medievale. O penso anche ai fiorentini che nell’Ottocento ricoprirono di marmi la facciata di un’altra chiesa mediavale, parlo di Santa Maria del Fiore. Però salviamo il rapporto tra le dimensioni, salviamo il carattere di prima e non sovrastiamolo con un’architettura impertinente".
Insomma Natali, par di capire che quel cubo nato accanto all’ex Comunale non le piace proprio.
"Quella costruzione, che non ho visto direttamente, appare debordante, toglie il respiro a tutto il resto. Inizialmente, guardando le foto, ho pensato si trattasse di un fotomontaggio. Non voglio esagerare e non voglio esprimermi sull’architettura, ma a me quel cubo sembra la cappa di un camino".
AnPassan