MONICA PIERACCINI
Cronaca

La corsa dei carburanti. Benzina e diesel più cari. La verde arriva a 2,38 euro

La media dei prezzi al self service è tornata sopra 1,7. Poco sotto il gasolio. I gestori degli impianti: "Conseguenze pesanti se il conflitto si aggraverà".

La corsa dei carburanti è ripartita con il conflitto fra Israele e Iran che ha coinvolto anche gli Stati Uniti

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Prezzi dei carburanti in rialzo anche a Firenze, con la benzina verde che negli impianti cittadini è salita di diversi centesimi rispetto a pochi giorni fa arrivando a superare i 2 euro al litro per il servito. Secondo i dati pubblicati ieri sul sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy (carburanti.mise.gov.it), ad esempio, alla pompa dell’Eni in piazza Pier Vettori la verde in modalità self è arrivata a 1,79 euro al litro, mentre alla Esso in piazza Donatello il prezzo del servito ha superato appunto la soglia psicologica dei 2 euro. Decisamente più bassi i valori rilevati in via Senese, ancora una volta un’isola felice per gli automobilisti, dove il self è a 1,60 e il servito si ferma a 1,80. Prezzi che riportano la memoria ai picchi dello scorso anno e che preoccupano automobilisti e associazioni di categoria.

"Siamo preoccupati della situazione – spiega Federico Valacchi, presidente di Faib Confesercenti Firenze –. La benzina ha già subito un aumento dai 3 ai 6 centesimi al litro e se il conflitto in Medio Oriente dovesse aggravarsi avremo inevitabilmente rialzi ancora più importanti. La maggior parte del prodotto arriva da Paesi come il Kuwait: se lo scenario peggiora, sarà difficile contenere gli effetti sul mercato". Il panorama internazionale è infatti in fermento per la guerra Iran-Israele che ha coivolto anche gli Usa e i segnali di allarme sulla produzione e il trasporto del greggio si riflettono immediatamente sui listini. Il prezzo medio della verde self nella regione è tornato sopra quota 1,7 euro al litro, il gasolio quasi 1,68 euro. Secondo i dati aggiornati a ieri dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, i prezzi medi alla pompa sono tornati perciò ai livelli di inizio primavera e rischiano ulteriori aumenti nei prossimi giorni, anche se il Brent a New York è calato nelle ultime sedute.

Sulle autostrade, dove i rincari sono più evidenti, la verde in modalità servito ha superato i 2,1 euro al litro e in alcuni impianti è stata registrata anche a 2,38 euro. Secondo l’Unione nazionale consumatori, in appena una settimana la benzina è aumentata in media di 4 centesimi al litro (circa +2 euro a pieno), mentre il gasolio è cresciuto di oltre 6 centesimi (+3 euro a rifornimento).

"Il pieno è già rincarato e i prossimi giorni potrebbero essere ancora più difficili per automobilisti e trasportatori", evidenziano le associazioni dei consumatori. Codacons e Assoutenti denunciano inoltre il rischio di fenomeni speculativi: "Il conflitto in Iran, così come avvenuto per quello in Ucraina, viene usato come pretesto per aumentare i listini – spiegano –. In assenza di veri impedimenti alla produzione o al transito delle forniture, si rischia un effetto domino che inciderà direttamente sulle tasche degli italiani".

Lo stretto di Hormuz, vero nodo strategico attraverso il quale transita quasi il 30% del greggio mondiale, rappresenta il punto più critico. In caso di chiusura o di blocco della navigazione, avvertono gli analisti, il barile di petrolio potrebbe schizzare oltre i 100 dollari, con la benzina che in Italia arriverebbe a costare in media più di 2 euro al litro (+16,7 euro a pieno) e il gasolio a quasi 1,95 euro (+18,4 euro a rifornimento). Su base annua, l’aggravio sarebbe di oltre 400 euro ad automobilista. A preoccupare è anche l’impatto sui prezzi dei beni di consumo, in particolare quelli trasportati su gomma: "Solo per i generi alimentari – spiega Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti – un aumento medio dello 0,5% si tradurrebbe in una stangata da 800 milioni di euro sulla spesa delle famiglie italiane".

Monica Pieraccini