
Il progetto è promosso da Hines in joint venture con Blue Noble, attraverso il fondo immobiliare “Future Living” gestito da Savills
La nuova livrea dell’ex Teatro Comunale ha toccato nell’orgoglio molti fiorentini. Che oltre a mugugnare per l’impatto estetico del cubo nero che affaccia su Corso Italia, si chiedono cosa davvero nascerà in quello spazio. E come, in una città come Firenze, dove le tutele per il patrimonio artistico e culturale sono tra le più rigide d’Italia, sia stato possibile dare il via libera alla costruzione di una struttura così moderna nel cuore del centro storico.
Ma andiamo con ordine. Il progetto è promosso da Hines – una delle maggiori società immobiliari al mondo – in joint venture con Blue Noble, attraverso il fondo immobiliare “Future Living” gestito da Savills Investment Management SGR SpA con la partecipazione degli studi Vittorio Grassi Architetti e Genius Loci Architetti. Il progetto è "un intervento di rigenerazione urbana che trasforma l’area in un complesso residenziale e numerosi servizi aperti alla comunità, tra cui un Wellness Center con Spa e zona fitness e aree ristorative", spiegano da Hines. Il piano di rigenerazione ha come "obiettivo primario non solo quello di valorizzare l’immobile, quale luogo simbolo della storia fiorentina, ma anche l’area circostante", tra cui una "nuova piazza aperta al pubblico che si propone di diventare destinazione d’interesse per tutta la città", aggiungono. E c’è di più: oltre a opere di "urbanizzazione volte a riqualificare i percorsi carrabili e pedonali (già completate)", il progetto mira a "ottimizzare l’intera zona limitrofa al fine di favorire la socialità e creare valore per la comunità, coinvolgendo il quartiere e ridando vita ad un luogo così iconico per Firenze", spiegano dal colosso americano.
In particolare, l’intera opera "consiste nella riqualificazione di alcuni edifici storici e nello sviluppo di nuovi edifici, conservando e ripristinando la facciata storica del teatro e migliorando la configurazione degli spazi urbani, delle strade e degli edifici adiacenti".
Tutto nasce sulle orme del piano di recupero voluto e ottenuto dal Comune nel 2019. Le facciate in vetro del progetto, per esempio, erano "previste dal progetto iniziale, approvato dal Comune di Firenze e dalla Soprintendenza ed ereditato da Savills", spiegano ancora da Hines.
E sull’impatto visivo, continuano: "L’intervento ha mantenuto elementi storici e valorizza la trasparenza e l’integrazione con lo spazio pubblico circostante, in continuo accordo con la Soprintendenza". Inoltre, stando a quanto riportato, tutti gli edifici "dell’intervento hanno un’altezza massima inferiore all’altezza in gronda della vecchia torre scenica del Teatro, che raggiungeva i 29,75 metri". Quanto a carte e permessi. L’autorizzazione paesaggistica è stata ottenuta "a settembre 2020", mentre il permesso di costruire è arrivato ad "aprile 2021". La convenzione è stata firmata a "febbraio 2020".
La data di fine lavori si avvicina e l’apertura delle residenze gestite da Starhotels è prevista per il prossimo primo ottobre. Mentre sul nuovo ’ospite’ nero spuntato sul tetto dell’ex teatro, spiegano che si tratta di una "porzione dell’edificio che ospita appartamenti gestiti da Starhotels". E si "tratta di un diverso rivestimento approvato". Oltre alle residenze di lusso, ci sono anche appartamenti in vendita, localizzati negli edifici storici, che tuttavia non rientrano nel perimetro di proprietà di Savills.
Infine, sulle ’lamentele’ dei fiorentini per l’estetica, Hines fa sapere che "l’intervento ha ereditato un progetto già esistente che era stato oggetto di lunga istruttoria da parte della vecchia proprietà con il Comune e la Soprintendenza. Il progetto è stato implementato in continuità con le approvazioni rilasciate e gli strumenti urbanistici approvati".
Pie.Meca