REDAZIONE FIRENZE

Il pesce povero, buono e fa bene. Dal mare tanti alimenti salvavita

L’esempio di quanto accadde a Lisbona dopo il terremoto del 1755: dall’acqua arrivò la sopravvivenza

Mangiare pesce fa bene alla salute: è ricco di nutrienti importanti come proteine, acidi grassi Omega 3, vitamine (come la vitamina D) e minerali (come iodio, fosforo e selenio), che contribuiscono al benessere di cuore, cervello, ossa e sistema immunitario

Mangiare pesce fa bene alla salute: è ricco di nutrienti importanti come proteine, acidi grassi Omega 3, vitamine (come la vitamina D) e minerali (come iodio, fosforo e selenio), che contribuiscono al benessere di cuore, cervello, ossa e sistema immunitario

Ciro

Vestita

Nel 1755 Lisbona fu distrutta dal più potente( quasi vendicativo) terremoto di sempre (raggiunse gli undici gradi della Scala Mercalli). Il mattino del primo novembre,festa di Ognissanti, gran parte dei lisbonesi era in chiesa a pregare. Alle 9.30 la terra iniziò a tremare in modo violento; le immense chiese gotiche si sbriciolarono in un istante uccidendo gran parte dei fedeli; dopo pochi minuti altre tremende scosse distrussero anche le abitazioni più modeste costruite in legno .

La prima cosa che i portoghesi fecero (ed era anche la più ovvia) fu quella di trasferirsi in massa sulla spiaggia ove non c’era nulla che potesse crollare. E qui la beffa: un maremoto con onde alte venti metri investì il litorale di Lisbona uccidendo in modo violento ben trentamila poveracci. Danni (anche se più modesti) si ebbero nella vicina Cantabria.

L’impatto emotivo nei mesi successivi fu devastante ; molti pensarono a una severa punizione divina con una conseguenza allucinante: la Santa Inquisizione che ormai in tutta Europa stava scomparendo ,accentuò in Spagna e Portogallo il suo potere; vittima illustre di questa follia fu anni dopo Francisco Goya, accusato di dipingere quadri immorali (la Maja Vestida e la Maja Desnuda) che avrebbero potuto scatenare una nuovo flagello divino.

Dopo questo disastro il Portogallo non fu più lo stesso; venne abbandonata la politica coloniale (che riforniva cibo e spezie) ma soprattutto iniziò un periodo di carestia combattuto soprattutto con quel poco che il mare offriva; alghe eduli e tanto pesce azzurro: ciciarelli,sardine, tonnetti, sgombri e soprattutto acciughe, tutti pesci che in quel momento furono alimenti salvavita.

Visto infatti il ricco contenuto in aminoacidi e grassi nobili ,una piccola dose (appena 300 grammi) era già un pasto sostanzioso per questa sfortunata gente.

Ma riassumiamo gli altri vantaggi di questi pesciolini adattissimi per una cucina povera e nutriente: sono pesci che vivono poco e quindi non hanno il tempo di accumulare mercurio (a differenza di tonni e spada); sono pesci ricchissimi in grassi nobili anticolesterolo; costano pochissimo (8 euro al chilo contro i 40 delle spigole).

Un derivato delle acciughe è la colatura di alici creata soprattutto a Cetara sulla costiera amalfitana; contiene anche essa acidi omega tre. Dà agli spaghetti un sapore paradisiaco.

Unico avvertimento: da qualche anno le acciughe possono contenere un terribile parassita chiamato Anisakis; per questo è utile cuocerle sempre.

Curiosità: alici e acciughe sono della stessa famiglia; ma le acciughe sono un po’ piu grosse e quindi indicate per la salatura.

E per chi ama la cucina povera consiglio molto il cacciucco fatto con pesci che in genere il pescatore butta via visto che non c’è vendita: sono il pesce persico, il gattuccio, boghe, sparaglioni, cozze, cicale.Sono tutti pesci mai di allevamento e quindi di altissimo valore nutrizionale.