RICCARDO BRUNI
Cronaca

Settore pesca in crisi: "Burocrazia e oneri assurdi"

Roberto Manai punta il dito su norme troppo restrittive e costi elevati "Regole così complesse che ormai questa attività non è più remunerativa".

Roberto Manai

Roberto Manai

Settore pesca sempre più in difficoltà. Gli addetti ai lavori lamentano norme sempre troppo rigide e controlli troppo severi. Condizioni tali da affossare l’intero settore, come dimostra il dato surreale che vede il nostro Paese, storicamente a vocazione marittima anche solo per la sua conformità geografica, importare l’84 per cento del fabbisogno nazionale di prodotti ittici, freschi, di pesca e di allevamento e congelati, per un valore di oltre 6 miliardi di euro. Questi sono i dati forniti da Federpesca, che attacca: "Le regole da rispettare sono numerosissime e complesse".

"Qualora il pescatore decidesse di vendere direttamente il pescato – spiega Roberto Manai, di Federpesca Toscana – occorrerebbe attrezzare il natante con coperture e piano di vendita isolato da altre possibili fonti di inquinamento e in quel caso, oltre al normale scontrino fiscale, occorrerebbe fare lo scarico delle quantità vendute e limitare la cessione ad importi prescritti dal regolamento UE. Numerosi gli oneri e gli obblighi che riguardano le condizioni di bordo, come servizi e aree di riposo per l’equipaggio, attrezzature di sicurezza e di mantenimento del pescato. Questa situazione logistica si assomma ad altre regole che pur essendo giuste e corrette, limitano la gestione del motopesca e ne fanno attività non remunerativa".

La Regione Toscana, attraverso l’assessorato all’Agricoltura, pesca e acquacoltura, ha iniziato un percorso per organizzare un incontro con gli altri assessorati di Lazio e Liguria, per concertare un Piano di gestione comune da sottoporre al Governo. Collaborazione con il pubblico, quindi, ma anche tra imprese: questa è la via da percorrere, secondo Federpesca, per risollevare l’interno comparto.

"Occorre collaborazione tra le imprese di pesca e quelle dell’acquacoltura – conclude Manai – per organizzare una concertazione sui piani di consolidamento e sviluppo della produzione nazionale. Quando si parla di sviluppo si intende produzione da sostenere poi con tutto il comparto della filiera con tracciabilità e promozione. Senza una produzione nazionale garantita non è possibile fare economia di matrice nazionale italiana, sostenibile remunerativa per i settori produttivi".

Riccardo Bruni