SANDRA NISTRI
Cronaca

Il giudizio del sacerdote : "Così si fa chiarezza. Ma c’è anche tanto altro"

Don Francesco Vermigli: "Certi temi sono dentro il matrimonio però non ne rappresentano il cuore. Più divorzi? Dipende dall’incertezza" .

Una fiera dedicata al matrimonio in una foto d’archivio. A giugno al via il corso prematrimoniale laico

Una fiera dedicata al matrimonio in una foto d’archivio. A giugno al via il corso prematrimoniale laico

L’iniziativa lanciata dal Comune di Firenze affianca, con altri intenti, quella che storicamente porta avanti la Chiesa con i corsi di preparazione al matrimonio. Corsi promossi, con diverse modalità e differente durata, nelle parrocchie della Diocesi fiorentina per le coppie intenzionate a coronare il sogno dei fiori d’arancio di fronte ad un sacerdote. E cosa ne pensa un religioso del corso prematrimoniale laico? Ne parliamo con don Francesco Vermigli, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano di Firenze.

Don Vermigli, non è che adesso c’è ’concorrenza’ con il Comune che promuove corsi prematrimoniali? "Assolutamente no (ride ndr)".

Cosa ne pensa dell’iniziativa dell’amministrazione? "Tutto quello che punta alla chiarezza è il benvenuto, quindi ben vengano anche questi corsi".

Secondo lei è utile anche parlare di aspetti poco romantici come la successione, la gestione del patrimonio e le norme sulla separazione? "Queste cose non sono il cuore del matrimonio, anche letto in chiave sacramentale, ma essendo un istituto pubblico porta con sé anche questi aspetti".

Come sono strutturati oggi i corsi di preparazione al matrimonio per chi vuole sposarsi in Chiesa? "Diciamo, in generale, che si possono riconoscere alcune linee guida. Innanzitutto si punta ad una comprensione delle relazioni dal punto di vista affettivo ma anche psicologico, poi ci sono considerazioni legate agli effetti civili e ancora prima canonici del matrimonio e c’è un’introduzione alla dimensione sacramentale del rito. Fondamentalmente direi che sono questi tre ambiti che si riconoscono in tutti i corsi di preparazione al matrimonio: l’ambito psicologico-affettivo, l’ambito un po’ più giuridico e quello teologico-sacramentale. Chiaramente, intorno a questo nucleo, le parrocchie possono portare avanti il loro percorso decidendo anche il numero di incontri. Così le singole comunità possono stabilire come strutturare l’intero corso e anche chi invitare come relatori".

In questi incontri, infatti, non è presente di solito solo il sacerdote. "Sono invitati spesso esperti nei vari ambiti considerati prevalentemente in questi corsi. Insieme al parroco, quasi sempre, c’è una presenza stabile, o comunque frequente, di coppie già sposate che possono accompagnare i fidanzati che richiedono il sacramento e dare testimonianza anche della loro esperienza personale come sposi. Questa presenza è molto importante perché queste persone, che magari sono inserite e conosciute in parrocchia, sono in grado di fornire una esperienza concreta".

La società oggi è profondamente cambiata, ad esempio ci si sposa sempre più tardi. Questo si riflette anche nei corsi di preparazione al matrimonio? "L’esperienza che i parroci fanno è abbastanza comune, di persone, cioè, che arrivano a richiedere la celebrazione del matrimonio dopo convivenze più o meno lunghe, talvolta anche con la presenza di figli, e quindi è una realtà conclamata di cui dobbiamo sicuramente tenere conto anche nei corsi. Il fatto però che ci sia una richiesta di accedere al sacramento del matrimonio è segno della ricerca di un senso sempre più grande riguardo alla vita di coppia".

Oggi sempre più matrimoni si concludono con divorzi: secondo lei ci si avvicina al matrimonio in maniera superficiale o è il segnale di altro? "Non credo sia una questione di superficialità, credo invece siano i frutti di un tempo come il nostro che subisce tanto dalle difficoltà della vita, dalla provvisorietà. Non è semplicemente accostarsi al matrimonio con poca preparazione, penso sia proprio un segno tipico della nostra epoca di instabilità e incertezza".