REDAZIONE FIRENZE

I tormenti sulle deroghe. Vertice online con Fossi. Resta il nodo dei big

Rin-no-va-me-nto. Concetto che se applicato alle liste Pd per le regionali fa rima con discontinuità pur di pensionare più riformisti...

Il segretario regionale del Partito Democratico, Emiliano Fossi

Il segretario regionale del Partito Democratico, Emiliano Fossi

Rin-no-va-me-nto. Concetto che se applicato alle liste Pd per le regionali fa rima con discontinuità pur di pensionare più riformisti possibile. Il segretario regionale Emiliano Fossi non scombina lo spartito schleiniano suonato dal Nazareno. Neanche dopo aver tastato il polso dei territori, con i segretari provinciali chiamati a rapporto da via Forlanini. Assise breve, chiusa intorno alle 19.45, "con qualche scossone", ma necessaria dal momento che sarà la segreteria regionale a varare direttamente le liste, a decidere se restringere (accettando l’incognita dei ricorsi alla commissione di garanzia) o estendere anche a questa tornata il “lodo Ceccarelli“ che concede un mandato in più ad assessori con un trascorso da consiglieri. E l’opzione listino bloccato? "Per ora non è argomento di discussione", avrebbe detto Fossi ai compagni segretari. Solo che il tempo stringe, e le liste vanno chiuse entro la prima settimana di settembre. Le deroghe - se concesse -, restano sempre "tre per eccesso", come recita lo Statuto nazionale a cui il Pd Toscana si è rimesso decidendo di non decidere partite che scottano. Come Siena, Grosseto, Arezzo, Firenze. Bezzini, assessore uscente alla Sanità, resta per la città del Palio intoccabile, da ricandidare costi quel che costi. Idem per il collega di giunta allo Sviluppo Economico. La Maremma "non può prescindere" dalle migliaia di preferenze certe. Eppure attorno a Simone Bezzini, Leonardo Marras e Vincenzo Ceccarelli, c’è un ragionamento che via Forlanini non può ignorare: le tornate amministrative in città che pendono a destra da riconquistare dal 2026 (a Siena Fabio vinse col 52,2%, Ghinelli ad Arezzo col 54,4%, Vivarelli Colonna 56,2%).

"Se devono o meno esserci deroghe fatecelo sapere quanto prima", l’appello delle federazioni al segretario regionale. La costa è in subbuglio (Versilia e Livorno) perché teme una sotto rappresentanza. Due i labronici sulla graticola già al secondo mandato: Anselmi e Gazzetti. Pisa, commissariata da Schlein, è capitolo a parte, con l’assessora Nardini e il presidente del Consiglio Antonio Mazzeo, una schleiniana e un riformista alla finestra. È passato un monito ieri "che Fossi non ha potuto ignorare", racconta un alfiere dem: "D’accordo, il jolly in mano ce l’ha il regionale, ma non possiamo noi segretari provinciali non riunire le nostre direzioni".

Fra.Ing.