REDAZIONE FIRENZE

Tomasi graffia Giani: "Dicci quando si vota". E lui: ti va bene il 12?

Scintille da campagna elettorale all’assemblea regionale di Confcooperative. Il sindaco di Pistoia aveva parlato di discussione "disgustosa" sulla data.

Scintille da campagna elettorale all’assemblea regionale di Confcooperative. Il sindaco di Pistoia aveva parlato di discussione "disgustosa" sulla data.

Scintille da campagna elettorale all’assemblea regionale di Confcooperative. Il sindaco di Pistoia aveva parlato di discussione "disgustosa" sulla data.

di Francesco Ingardia

"Presidente ma quando si vota?". Eugenio Giani all’assemblea di Confcooperative Toscana ripete il ritornello: "Il 12 o 19 ottobre". Niente legislature allungate. Solo che la seconda ipotesi non è andata giù al vice coordinatore di FdI Diego Petrucci. Per lui l’italiano medio opterebbe per la gita fuori porta nel ponte d’Ognissanti anzichè timbrare la tessera elettorale. "Facciamo il 12 allora", promette Giani. Poi è il turno di Alessandro Tomasi sul palchetto. Ecco il fuoriprogramma. E sia lodato il primo scontro elettorale tra il governatore uscente Pd e il segretario dei meloniani in Toscana, gemello omozigote del pacato sindaco di Pistoia. A Bagno a Ripoli esce fuori il Fratello d’Italia furioso, abilissimo tiratore di sciabola "disgustato" dalla discussione "stucchevole e autoreferenziale" sulle regionali d’autunno. La metamorfosi ’tomasiana’ parte da qui, 5 minuti di show a mettere quintali di pepe agli ultimi 5 mesi di campagna elettorale, sin qui sottotono. "Eugenio, posso dirti una cosa? - il crescendo del sindaco tricolore - Firmate il decreto sulla data delle elezioni, stabilite il giorno, che tocchi a te o alla conferenza Stato-Regioni. Mi darai ragione, non ti ho mai telefonato per sapere quando si vota, non ho fatto elucubrazioni tecniche o sui social sul 12 o 19 ottobre, sull’alluvione, non mi interessa".

Click, Tomasi sbotta: "Ma noi avremmo il diritto di avere il tempo per spiegare alla gente che cosa pensiamo dei programmi elettorali non in mezzo ad agosto, non gli ultimi 15 giorni? Avremmo il diritto di poter raccogliere le firme per presentare una lista ulteriore alle nostre? E se oltre a noi due c’è un avversario che non ha un riferimento nel Consiglio regionale, avrà il diritto di presentare una lista?". Il riferimento è doppio: alla ’civica del presidente’ che lo stesso Tomasi sta allestendo con la scure della raccolta firme lampo sotto il solleone d’agosto, e alla corsa da puro outsider del viareggino Giorgio Del Ghingaro. La chiusa dell’arringa è un manifesto politico a sottacere i detrattori, critici per la sua mancanza di ’garra’: "Avrò il diritto, da sfidante - lo slancio convintissimo come non mai di Tomasi - di poter raccontare quello che penso ai cittadini?". Peccato che Giani non batta ciglio, a differenza degli assessori comunali e regionali accanto a lui. "Ti va bene il 12 per la scoperta dell’America?", la replica pungente, a proposito di ricorrenze. Tomasi lo rintuzza, alzando un siparietto da incorniciare: "Basta tu decida, va benissimo. Io grande fiducia negli americani non l’ho mai riposta, né ora né prima. Ho dato un dispiacere a mio padre per essere di destra, ma di sicuro non filoamericano". Qualche ora dopo Giani finisce il sudoku: "Decreto a cavallo di Ferragosto e voto il 12 ottobre, ovvero 60 giorni dopo come impone la legge".