BARBARA BERTI
Cronaca

Giuli fra gru e Spadolini. Gelo a distanza con Funaro: "Basta con le ideologie". Lei: "Più etica pubblica"

Il numero uno del Mic agli Uffizi e alla mostra per i 100 anni dello statista "Viva il nuovo skyline di Firenze". Ma con la sindaca nessuna parola. Poi la frecciatina a Giani: "Questa è la stretta di mano del Minculpop".

Il numero uno del Mic agli Uffizi e alla mostra per i 100 anni dello statista "Viva il nuovo skyline di Firenze". Ma con la sindaca nessuna parola. Poi la frecciatina a Giani: "Questa è la stretta di mano del Minculpop".

Il numero uno del Mic agli Uffizi e alla mostra per i 100 anni dello statista "Viva il nuovo skyline di Firenze". Ma con la sindaca nessuna parola. Poi la frecciatina a Giani: "Questa è la stretta di mano del Minculpop".

Nonostante gli oltre trenta gradi e un’afa incredibile, a Firenze il primo giorno d’estate è nel segno del gelo. Quello tra la sindaca Sara Funaro e il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, arrivato in città per inaugurare la mostra dedicata a Giovanni Spadolini, nel centenario della nascita e nel cinquantesimo anniversario dell’istituzione del Ministero per i Beni culturali e ambientali, e per ’festeggiare’ l’abbattimento della grande gru che quasi vent’anni ha stazionato nel piazzale degli Uffizi. Una freddezza legata al paventato declassamento della Pergola da teatro di rilevanza nazionale a teatro della città. La gestione del Teatro della Toscana - di cui Funaro è presidente – ormai da tempo è campo di battaglia tra il governo nazionale di centrodestra e l’amministrazione locale di centrosinistra.

E, così, ieri tra i due soltanto saluti di circostanza in un clima poco affettuoso. Già al taglio del nastro della mostra ’Giovanni Spadolini e la nascita del Ministero della cultura. L’uomo e l’eredità’ il titolare del Mic è già con le forbici in mano mentre la sindaca è ancora impegnata a salutare i presenti. Distanze ’di sicurezza’ e volti tesi anche durante il tour guidato della mostra, così come distanti i rispettivi discorsi: lei si sofferma sul valore dell’etica, lui avvisa di non cadere nell’ideologia. Come si legge, in filigrana, negli interventi istituzionali alla mostra. "Spadolini – dice Funaro – aveva compreso con lucidità che tutelare il patrimonio culturale significa preservare la memoria, l’identità, i valori di una comunità. L’esempio di Spadolini ci richiama a un’etica della responsabilità pubblica. E promuovere la cultura, nelle sue molteplici espressioni, significa investire sul futuro: sull’educazione, sulla partecipazione, sullo spirito critico e sul dialogo tra generazioni e linguaggi". A lei ’replica’il ministro: "Parlare di Giovanni Spadolini qui, ora, significa ritrovarsi intorno a un’idea di cultura come prospettiva alta e a un orizzonte aperto". "Una cultura che non cade nelle trappole intellettuali dell’ideologia né in quelle della faziosità, perché è consapevole delle proprie origini che uniscono, e le nostre origini sono precisamente risorgimentali e liberali" le parole di Giuli che cita poi Giovanni Gentile (altro argomento di feroci polemiche dopo che il centrodestra cittadino, ad aprile, aveva proposto di intitolare una rotonda in suo ricordo). Il ministro legge un estratto di Spadolini relativo al suo assassinio, avvenuto per mano dei Gap il 15 aprile 1944: "Spadolini era un uomo capace di guardare la storia senza rimozioni, riconoscendo il valore intellettuale dei maestri, come appunto anche Gentile, superando contraddizioni e tragedie personali e collettive in un percorso di pacificazione".

Giuli e Funaro non vanno oltre i saluti di rito neppure durante l’appuntamento agli Uffizi. Ma alle Gallerie c’è aria di festa: dopo vent’anni è stata smontata la gru che si trovava nel piazzale per i lavori relativi ai Nuovi Uffizi e il direttore Simone Verde vuole celebrare l’orizzonte ritrovato.

"Viva gli Uffizi, viva la rimozione della gru, evviva la classe operaia che non so se va in paradiso ma che ha restituito una vista paradisiaca ai fiorentini" dice Giuli parlando con i cronisti (dopo averli dribblati tanto da entrare da quella che è l’uscita delle Gallerie). "Il merito di questa operazione – spiega – è del direttore Verde, del ministero che rappresento, di tutte le forze pubbliche e private il cui concorso dopo vent’anni ha consentito di riappropriarsi nella sua totalità di una bellezza indescrivibile". La riappropriazione di questo paesaggio "è il minimo che il ministero della Cultura debba e possa garantire a una città così importante come Firenze" dice ancora Giuli che salutando il governatore della Toscana, Eugenio Giani, si lascia scappare una battuta. "Questa è la stretta di mano del Minculpop", frase sentita dai cronisti presenti a cui è seguita subito la precisazione del Ministero: "Presidente benvenuto nella più bella sede del Minculpop, come l’ha definito lei". In ogni caso il riferimento è, di nuovo, allo scontro in atto sulla Pergola visto che Giani aveva parlato di impostazioni da regime al momento della notizia del possibile declassamento.