FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

L’ex pilota delle Frecce Tricolori: “Tristezza e sgomento”. Cos’è il bird strike che minaccia gli aerei

Il generale Urbano Floreani, comandante dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze, è stato pilota delle Frecce dal 2000 al 2005

Firenze, 18 settembre 2023 – “Questo è il momento del cordoglio e del dolore e come Forza Armata ci stringiamo alla famiglia di Laura. Proviamo tanta tristezza e sgomento per quello che è accaduto. Ad altro non riusciamo a pensare”. Il generale Urbano Floreani, comandante dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze, è stato pilota delle Frecce Tricolori dal 2000 al 2005. E ha vissuto nel 2002 un episodio analogo a quello di San Francesco al Campo; in quel caso finì con l’aereo precipitato in un vigneto e con poche conseguenze per il pilota. Una situazione ben diversa dalla tragedia dell’altro giorno nella quale ha perso la vita Laura, una bimba di 5 anni.

Il generale Urbano Floreani
Il generale Urbano Floreani

Generale Floreani, un lutto che ha colpito non solo l’aeronautica nel suo centenario dalla fondazione, ma anche tutto il Paese.

"Ho volato dal 2000 al 2005 con le Frecce Tricolori. Ora come allora c’è un legame fortissimo con il Paese. Le frecce sono amate perché rappresentano l’Italia, le nostre competenze, la nostra capacità e professionalità. Nei momenti difficili come la pandemia sono state chiamate per unire il paese in un abbraccio solidale. Ecco perché tragedie come queste ci feriscono doppiamente. Siamo vicini alla famiglia di Laura, non possiamo non essere toccati umanamente da quello che è accaduto. Adesso è il momento del cordoglio e del dolore altro non si riesce a pensare”.

Cosa è successo sui cieli di Caselle?

"Il velivolo ha avuto un bird strike. Quello che è successo è stato ben visibile. Cosa lo abbia determinato sarà oggetto di indagine. L’aereo non è decollato da solo. Il pilota ha avvertito un calo repentino di potenza. Impatti con volatili se ne verificano piuttosto spesso. E non sempre sono pericolosi; a volte l’impatto è sul blindovetro o sul tettuccio, sul musetto o sui piani di coda. La pericolosità dipende anche dal tipo di specie. Anche quando entrano nella presa d’aria non sempre danneggiano le parti meccaniche. Questo non è stato purtroppo il caso”.

Ma come si reagisce in una situazione d’emergenza come questa?

"Io stesso ho visto succedere un fatto analogo a Rivolto nel 2002; ero in volo con la prima sezione; il pilota numero nove ha avuto lo stesso tipo di incidente; il suo motore si è spento, e non ha potuto far altro che eiettarsi. Purtroppo in queste situazioni, decollo o atterraggio, la quota è bassa e la velocità anche. E questo determina la necessità di una eiezione dal velivolo”.

A bassa quota cosa si può fare?

"In decollo o in fase d’atterraggio, non incide solo la bassa quota, ma anche la velocità. Non c’è il tempo necessario per tentare una procedura completa di riaccensione, sempre che questa funzioni perché se ci sono danni alle parti meccaniche del motore non c’è niente da fare; non c’è tempo neanche di sfruttare una eventuale energia legata alla velocità per salire di quota. Se si guarda il filmato da quando c’è stato il calo di spinta, il pilota ha compiuto la sua azione di emergenza e poi ha solo pensato a puntare il muso dell’aeroplano verso una zona disabitata. E così ha fatto, se si vede anche il percorso dall’alto e poi ha iniziato la sua procedura di eiezione. Purtroppo è successo quello che non sarebbe dovuto accadere”.

Mentalmente è difficile non tenere il pensiero su quel che è accaduto.

"E’ giusto. Il mio pensiero e quello della Forza Armata e del pilota ora solo per Laura e la sua famiglia. Questo è il momento del cordoglio e della tristezza. Ci sono situazioni che non sono governabili. E ci sono fatalità neanche prevedibili. La formazione si stringerà intorno al pilota, la Forza Armata lo sosterrà in questo momento difficile per tutti. Il nostro primo pensiero è comunque rivolto alla famiglia della piccola Laura”.