Francesco Ingardia
Cronaca

La Firenze segreta sotto la tramvia: dall’antico porto fino alle mura. “Tutti i tesori che sono riemersi”

Da vent’anni gli studiosi lavorano in sinergia con il Comune e le ditte del tram. Tanti i ritrovamenti. “Restituiamo a Firenze la sua storia, senza gravare sui cantieri”

Gli archeologi dei cantieri, sotto la tramvia c'è una Firenze segreta

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Firenze, 4 maggio 2025 – E se vi dicessimo che la storia di Firenze è sepolta nel sottosuolo? Orde di turisti affollano ammaliati ogni giorno Piazza della Signoria e gli Uffizi. Ignorando quei frammenti della città fortificata di secoli fa che tornano a vedere la luce grazie alla tramvia. Sì, la Firenze di domani è legata a doppio filo a quella di ieri. C’è un esercito di ruspe disseminate da mesi sulle strade.

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Ma nei cantieri non ci sono soltanto ‘operai semplici’, ma anche archeologi. Vigili e pronti a documentare. Come successo pochi giorni fa, quando la sorveglianza costante rispetto agli scavi per la cura del ferro ha dato i suoi frutti grazie al ritrovamento di qualche lacerto. Piccoli ma importanti resti di porzioni della ‘cinta urbica’ del XIII secolo e sue fasi successive nel tratto di viali che va da Piazza della Libertà al Lungarno del Tempio.

Tutto tranne che una scoperta fortuita per la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio guidata da Antonella Ranaldi (“Si tratta – dice – di ritrovamenti in più aree che intercettano testimonianze significative che la città ottocentesca del Poggi aveva rimosso. Ora saranno da studiare e mettere in relazione alle varie trasformazioni della città. Quindi un lavoro che non si ferma ai ritrovamenti, a questi segue l’interpretazione storica dei dati archeologici”) e per i professionisti della Cooperativa Archeologia. Una presenza ventennale e necessaria quella degli archeologi per ragioni storiche, ma in nessun modo d’intralcio al lavoro della stazione appaltante (il Comune), i progettisti (Architecna) e l’impresa costruttrice (Cmb) della futura T3.

Gli storici e gli archeologi avevano messo in conto, unendo l’esperienza sul campo e banche dati robuste, di incappare in quello che rimane delle demolizioni del Poggi di metà ‘800, molto rasate, tagliate. Inevitabile, a pensarci bene: il tracciato della T3 gira lungo i viali, è altamente plausibile che ulteriori lacerti possano emergere ancora. Dal 2006 Cooperativa Archeologia lavora per servizi di progettazione, sorveglianza archeologica e indagini stratigrafiche per la realizzazione del sistema tramviario. Con gli scavi della T1 e della T2, hanno documentato, permettendone la tutela e la valorizzazione, numerosi ritrovamenti appartenenti a tutte le epoche.

Dal 2006 tante scoperte. Destò scalpore il rinvenimento dei resti leopoldini del porto fluviale all’altezza del Lungarno del Pignone. Fu ritrovato durante i lavori del ponte per la linea 1. Ma le chicche sono state tante. Dal periodo romano, con il ritrovamento di resti di una fattoria in via Arcipressi (Soffiano), di un “Horrea” (magazzini) in piazza dell’Unità d’Italia, di un “fullonica” (lavanderia) in piazza Adua e di alcune sepolture in via Valfonda. Al Medioevo, con numerosi tratti delle mura urbiche della Torre della Serpe a Porta al Prato fino a Libertà dove con la Vacs è emerso uno dei bastioni cinquecenteschi a difesa di Porta San Gallo, fino all’età post-rinascimentale alla ricerca dei lasciti del Poggi e di generazioni prima di lui.

“La nostra è una grande responsabilità – spiega la dottoressa della Cooperativa Archeologia Laura Pellegrineschi –. Rispondiamo a principi di tutela del patrimonio urbanistico oltre che conoscitivi. Sentiamo il dovere di tenere il passo delle lavorazioni nei cantieri, riconoscendo il peso strategico di una infrastruttura essenziale come la tramvia. Ma alla comunità di Firenze restituiamo anche la storia della città, senza minimamente gravare sulle tempistiche di queste grandi opere, grazie alla sinergia unica e massima disponibilità forgiata in questi 20 anni di lavoro sul campo assieme al Comune, Soprintendenza e impresa costruttrice”.