
Lo sfogo dei commercianti rimasti orfani dei visitatori nella zona di Corso Tintori "Le strade sono deserte, specie nel fine settimana. Le vendite? Dimezzate". Cauto ottimismo dall’altra parte del centro: "Finalmente c’è movimento, vedremo". .
di Carlo Casini
L’hub dei pullman è stato trasferito da Lungarno della Zecca Vecchia a piazzale Vittorio Veneto. A oltre una settimana dalla novità, il provvedimento è bocciato (con riserva) dai commercianti: se in Santa Croce, come previsto dai negozianti, c’è una flessione degli affari, sull’asse est del centro dove passano oggi le gite, al momento, non sono sbocciati grossi benefici. Ma la speranza c’è tutta. Il negozio più vicino lungo il percorso per il centro è il ristorante Borderline in Corso Italia: "Hanno già cene fissate. Non è cambiato nulla: c’è più movimento nella strada, quello sì".
"Vediamo passare i torpedoni umani, hanno tempi contingentati. – commenta Pasquale Iacobino della Libreria Claudiana in Borgo Ognissanti – Per ora nessun riflesso, vedremo più in là". "Non si possono fermare, non possono lasciare il gruppo – spiega Piero Lastrucci della bottega d’arte antistante – Passa un gruppo ogni dieci minuti, ma non hanno la libertà di girare soli. Questa è una bottega artigianale con 150 anni di storia, siamo nati coi turisti, ma ci serve un turista che sia libero di vivere la città in autonomia. Inoltre sono bus che in poche ore vanno via, non portano valore". D’altronde in questa parte di centro ci sono soprattutto botteghe artigiane di alta fascia, non di ninnoli e souvenir".
Seppure non ci sia un immediato ritorno economico, c’è chi vede in prospettiva dei benefici: "Non c’è stato incremento in questi giorni. Però – riflette Simone Angerani di Bistrot Agricola Toscana in Borgo Ognissanti – vedere gente qui è sempre positivo: dà visibilità e magari un domani qualcuno ritorna. L’importante è portare gente a : è una città che deve ringraziare il turismo, non parlarne male, ce lo ricordiamo il Covid, quando non c’era nessuno?".
"Si ferma qualcuno a comprare giusto una bottiglia d’acqua e scappa a riprendere il gruppo. Per lo più sono crocieristi mordi e fuggi, non fanno grandi acquisti", concordano da Fantasie gastronomiche in via Magenta. "Non ha portato né benefici né svantaggi, non si fermano: è un tipo turismo utile a pochi, non certo alla città", sintetizzano Beppe Pecchioli e Rachele Gori del Bar Sambaia di via Montebello.
Sull’emisfero est del centro invece gli esercenti lamentano un duro colpo: "Vengono meno crocieristi – testimonia Michela Niccolai che vende souvenir in Corso Tintori – Per fortuna ne abbiamo risentito poco, perché non abbiamo mai stretto accordi con le guide per mantenere un’indipendenza commerciale". "C’è stato un calo – dice la tabaccaia accanto, Sabrina Fioravanti – Questo luglio la strada è deserta nonostante il centro sia pieno di turisti. C’è paura possa morire commercialmente Corso Tintori se mancano turisti: residenti ne sono rimasti pochi...".
"Io lavoro con il turismo degli alberghi più che con quello dei pullman, ma spezzo una lancia a favore degli altri – solidarizza Micheal Burroni, della Bottega artigiana del Fiorino in lungarno della Zecca Vecchia – Uno assume gente, fa investimenti, e poi a metà stagione gli si cambia tutto?". "Abbiamo perso il 50% di clientela – lamenta Francesco Matini della Caffetteria Santa Croce in via Maglibechi. Il sabato e la domenica ancora peggio. La situazione è molto seria" "Prima si fermavano tanti più turisti a farsi i capelli. – spiega Matteo Gelli, parrucchiere di via dei Neri dal ’75 – È questione di statistica, se c è tanta gente qualcuno si ferma. Il centro sta peggiorando in fretta, e non solo per lo spostamento, ma anche perché ora è una mangiatoia, prima era più signorile".
"Il mio amico che vende calamite ha registrato un forte calo, sa sono negozi dove ci si ferma un minuto – analizza Marco Borgioli, dalla sua bottega di moda – Noi no, perché siamo un tipo di negozio in cui non hanno tempo di fermarsi, né vogliono. Le gite da mattina a sera non portano niente a chi punta alla qualità, rendono solo invivibile ".
Carlo Casini