REDAZIONE FIRENZE

Elezioni, come funziona?. Premio di maggioranza ma "sistema fiorentinocentrico"

La legge varata nel 2014. Chiaramonte: "Alcuni territori rischiano di essere sottorappresentati". C’è la possibilità di un listino bloccato. "Fino ad ora l’ha utilizzata solo la Lega per Galli".

La legge varata nel 2014. Chiaramonte: "Alcuni territori rischiano di essere sottorappresentati". C’è la possibilità di un listino bloccato. "Fino ad ora l’ha utilizzata solo la Lega per Galli".

La legge varata nel 2014. Chiaramonte: "Alcuni territori rischiano di essere sottorappresentati". C’è la possibilità di un listino bloccato. "Fino ad ora l’ha utilizzata solo la Lega per Galli".

di Francesco Ingardia

La Toscana al voto domenica 12 e lunedì 13 ottobre. Ma nell’era dell’astensionismo predestinato, c’è forse chi si domanda come funzioni questo “giochino“ chiamato elezioni regionali, dato che non campa di pane e politica. A stabilire regole e meccanismi per l’accesso al consiglio regionale ci pensa la legge elettorale. E quella attuale vige nel Granducato dal settembre 2014. scritta da politici col supporto di tecnici, come quello del professore ordinario Unifi della Cesare Alfieri Alessandro Chiaramonte.

LA NATURA DEL SISTEMA

Altrove il maggioritario è quel sistema che assegna più seggi al partito di maggioranza relativa. Nel nome della governabilità, basta un voto in più degli altri per ottenere la metà più uno dei seggi. Ma la Toscana si è dotata di una legge elettorale di stampo proporzionale su base circoscrizionale (ben 13) con premio di maggioranza variabile e sbarramento differenziato. Calma e gesso, punto per punto.

ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE

La legge elettorale del 2014 ha sì ridotto il numero dei consiglieri dai 55 originari a 40, ma ha mantenuto l’elezione diretta del presidente di Regione. Introducendo però la caratteristica del doppio turno, recependo il principio della “soglia minima“ al 40% per ottenere maggioranza assoluta dei seggi, sancito con sentenza dalla Consulta.

DOPPIO TURNO

È semplice: se al primo turno nessun candidato governatore ha raggiunto il 40% dei voti validi è previsto due settimane dopo un turno di ballottaggio.

PREMIO DI MAGGIORANZA

Gli scenari sono tre. Se il candidato vince con più del 45% dei voti alla coalizione va almeno il 60% dei seggi (24 su 40). Se il candidato si attesta tra il 40 e il 45% la coalizione che lo sostiene incassa il 57,5% dei seggi (23). Si va al ballottaggio? La coalizione vincitrice ottiene, di nuovo, 23 seggi. Uno in meno della maggioranza uscente Pd-Iv (22 dem più due renziani). La torta a 40 fette si divide così: 11 seggi sono territorialmente collegati alle 4 circoscrizioni di Firenze, 4 a Livorno e Lucca, 3 a Pistoia, Prato e Siena, 2 per Grosseto e Massa Carrara. Ma come si assegnano? Mediante il metodo delle divisioni successive, e cioè il metodo D’Hondt.

LISTE: TEMPI, FIRME E SOGLIE DI ACCESSO

Le liste dei candidati per ogni circoscrizione andranno depositate dalle 8 del 12 settembre alle 12 del giorno dopo. Per intendersi: Avs è prossima al varo, mentre nel Pd è partito il toto-deroghe ("tre per eccesso") in base alle correnti. Nel 2020 il corpo elettorale ha sfiorato i 3 milioni (1,8 i votanti, il 62,2%). Hanno l’onere di raccogliere le firme i gruppi di liste esterne al consiglio regionale della legislatura uscente: da Arezzo a Siena servono un minimo di 700 a un massimo di 1.050 firme, tolte Massa e l’Empolese Valdelsa dove il tetto scende a 525. La soglie dello sbarramento è differenziata: 10% per le coalizioni, 5% per le liste in solitaria e 3% per ogni lista in coalizione.

IL LISTINO BLOCCATO

Non lo ordina il medico, ma ogni lista ha la facoltà di presentare un listino di tre nomi blindato, regionale e non provinciale, non indicati sulla scheda ma solo sul manifesto. "Opzione esercitata solo dalla Lega con Giovanni Galli su Firenze", ricorda Chiaramonte. A questo giro, chi valuta il da farsi è il Pd perché il prezzo da pagare per il “campo largo a tutti i costi“ è una pattuglia a ranghi ridotti in Consiglio.

PREGI E DIFETTI DELLA LEGGE TOSCANA

"Un sistema elettorale perfetto non esiste - aggiunge l’accademico della Cesare Alfieri -, ma è indubbia la sua specificità del doppio turno con soglia al 40%. Nelle altre regioni e nei Comuni, a cui si ispira questa legge, non è prevista. Un limite, peraltro già manifestato che potrebbe ripetersi il 12 ottobre? L’impianto “fiorentinocentrico“. Firenze e provincia avranno un numero di eletti superiore rispetto al loro peso in termini di popolazione, il rischio è che alcuni territori siano sotto rappresentati. La legge favorisce il capoluogo in maniera strutturale, le regionali si vincono a Firenze, qui si partecipa e si vota di più. Tanto è vero che nel 2020 nelle altre 9 circoscrizioni avrebbe vinto Susanna Ceccardi della Lega, e non Eugenio Giani".

COALIZIONI ALLO SPECCHIO

L’analisi del politologo Chiaramonte è tanto netta quanto bifronte: "Assumiamo che il centrosinistra vinca, come sembra dai sondaggi. Ma è certo che il gruppo consiliare Pd sarà ristretto, un paio di seggi andranno ad Avs, altri due ai 5Stelle e uno ai centristi. Ai dem restano 18-19 eletti". Tradotto? "Ciascuno dei partiti della coalizione deterrà un potere di veto perché il Pd non avrà i numeri e la forza di sostenere da solo il presidente eletto. Da qui potrebbe nascere l’esigenza di correttivi come il listino bloccato, con il rischio di non rappresentare tutti i territori". Il centrodestra starà pur insieme dal ’94, "ormai è competitivo ovunque - chiosa il prof - ma in Toscana ha scelto sempre candidati palesemente sbagliati o giusti, come potrebbe essere Tomasi, senza aver concesso il giusto tempo per farli conoscere sui territori con una campagna elettorale adeguata".