
Il carcere di Sollicciano
Ancora una tragedia si consuma nella solitudine di una cella, tra le quattro mura fatiscenti di Sollicciano, di fronte alla quale è difficile rimanere in silenzio. Puntali le reazioni di indignazione e turbamento di politici e rappresentanti delle istituzioni. Tra chi punta il dito sulle pessime condizioni ormai note della struttura e chi, come l’arcivescovo Gherardo Gambelli, accende i riflettori sui fallimenti del sistema carceriario in generale. "Il carcere continua ad essere un luogo di disperazione per i detenuti e le detenute costretti in condizioni troppo spesso disumane e inaccettabili per sovraffollamento, strutture fatiscenti, e carenza di personale - è la predica di Gambelli - Torniamo a chiedere un impegno concreto, che alle parole seguano i fatti, perché le carceri siano veri luoghi di educazione, di riscatto, di speranza e non di morte".
Chiamano in ballo il governo sia l’assessore al Welfare di Firenze, Nicola Paulesu, che la sindaca di Scandicci, Claudia Sereni, che affida ai social il suo sfogo: "Cosa deve succedere ancora per fare capire che lo Stato ha l’obbligo di intervenire su questa struttura, che lasciare andare le cose porta solo al degenerare di una situazione che è allo stremo da tutti i punti di vista - scrive - Il carcere è uno dei luoghi di ripristino della legalità, dove la giustizia dovrebbe dimostrare che dall’errore si può tornare a essere cittadini migliori. È fatto anche di lavoratori e lavoratrici che sono anch’essi cittadini che hanno diritto a un lavoro dignitoso e sicuro e che ci chiamano e chiedono aiuto per rappresentare l’estrema difficoltà in cui operano. Abbiamo continui gridi di allarme anche dai sindacati che per primi denunciano una situazione insostenibile. Chiediamo allo Stato un’attenzione reale che porti a misure chiare e definite, che faccia uscire dal baratro Sollicciano".
Ancora valido, quindi, l’invito lanciato e rilanciato mesi fa dal Comune di Firenze, di un incontro all ministero. Ad oggi, però, caduto nel vuoto. "Le condizioni in cui versa il penitenziario sono disumane e prive di dignità per i detenuti, per chi vi lavora e per tutti coloro che vi operano a vario titolo - afferma Paulesu - Il Governo continua a sottovalutare queste criticità. Siamo al lavoro con il garante comunale dei detenuti Parissi per portare avanti le azioni che abbiamo concordato nell’ultimo incontro anche con la direttrice Vitrani". Paulesu si riferisce ad aulcuni obiettivi messi nero su bianco come: il potenziamento della mediazione culturale; l’attivazione di più borse lavoro; una maggiore presenza delle associazioni". Per Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) "il problema non è solo di edilizia carceraria, perché stiamo parlando della sezione (quella femminile ndr) migliore all’interno della struttura, con più progetti e personale, rispetto ad altre Se ci sono luoghi che diventano discariche sociali, nessun percorso rieducativo può funzionare realmente, a livello di sistema. A questo si aggiunge il clima di odio e di populismo penale, che rende la vendetta un sentimento rivendicabile e su cui c’è chi senza ritegno costruisce consenso" conclude, prima di annunciare che porterà il tema in consiglio comunale con una domanda di attualità.
"La situazione è insostenibile - si accoda Federico Gianassi, deputato dem -. Sale a 60 il numero dei detenuti morti suicidi nel 2025. Un numero che il governo non può più ignorare, mentre degli interventi promessi non vediamo traccia a partire da quelli annunciati su Sollicciano che sono rimasti lettera morta. Serve un cambio radicale e immediato".
Te.Sca.