
Monsignor Gherardo Gambelli, arcivescovo metropolita di Firenze dal 18 aprile 2024
Suicidio numero sessanta nelle carceri italiani nel 2025. Il terzo dell’anno a Sollicciano. Il primo nella sezione femminile. A togliersi la vita, usando le lenzuola come una corda, Elena, rumena di 26 anni. Era detenuta da poco meno di un anno, in custodia cautelare. Lo scorso aprile, era stata condannata a quattro anni e otto mesi, in abbreviato, per una movimentata rapina, avvenuta a fine agosto nella cantina di un palazzo del centro di Firenze, in cui un anziano di 91 anni aveva rischiato di morire per le lesioni riportate. Il suo legale, Luca Maggiora, ex presidente della Camera Penale di Firenze, da sempre impegnato nella difesa dei diritti dei detenuti, le aveva fatto visita venerdì scorso. "Era di buon umore, le avevo anche comunicato la possibilità di fare istanza dei domiciliari perché aveva ottenuto una disponibilità dall’unica persona che la aiutava. Chissà cosa è poi accaduto". Qualche ora prima del suicidio di Elena, sempre nella sezione femminile, erano stati appiccati degli incendi per protesta.
L’episodio riaccende l’attenzione sulle condizioni dei penitenziari italiani. Sollicciano si conferma sul podio delle strutture più fatiscenti e carenti. Caldo rovente d’estate, umidità d’inverno, inflitrazioni, cimici: problemi cronici ribaditi ispezione dopo ispezione. A questo si aggiunge anche il sovraffollamento: secondo l’ultimo rilievo dell’associazione Antigone, nel carcere fiorentino ci sono una settantina di detenuti in più della sua capienza e, secondo il sindacato UIlpa, una carenza del 36% degli agenti di polizia penitenziaria previsti dall’organico. "Peraltro ancora più clamoroso è che il suicidio sia avvenuto mentre è in corso l’ispezione alla struttura del Comitato europeo per la prevenzione della tortura", Aggiunge Leo Beneduci, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp.
"Il carcere continua ad essere un luogo di disperazione per i detenuti e le detenute costretti in condizioni troppo spesso disumane e inaccettabili per sovraffollamento, strutture fatiscenti, e carenza di personale – ha commentato l’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli –. Torniamo a chiedere un impegno concreto, che alle parole seguano i fatti, perché le carceri siano veri luoghi di educazione, di riscatto, di speranza e non di morte. Nella vigilia della Natività di Maria rivolgiamo una preghiera per questa giovane e la sua famiglia, affidiamo alla Madonna tutti i detenuti perché li assista e consoli le loro pene, preghiamo anche per chi fra mille difficoltà con impegno e umanità opera nelle carceri".
"Le condizioni in cui versa il penitenziario sono disumane e prive di dignità per i detenuti, per chi vi lavora e per tutti coloro che vi operano a vario titolo. A livello nazionale il governo continua a sottovalutare queste criticità", dice l’assessore al welfare di Palazzo Vecchio Nicola Paulesu. Per il deputato dem Federico Gianassi, i 60 suicidi di detenuti rappresentano "un numero che il governo non può più ignorare, mentre degli interventi promessi non vediamo traccia a partire da quelli annunciati su Sollicciano che sono rimasti lettera morta. Serve un cambio radicale e immediato, così non si può andare avanti".