
Il testo presentato in Consiglio comunale. Tante le osservazioni delle opposizioni
Sul carcere di Sollicciano "a fronte di alcune dotazioni minime garantite, le condizioni abitative e l’accesso a spazi collettivi sono insufficienti per rispondere ai bisogni educativi, sociali e relazionali della popolazione detenuta. Interventi di adeguamento infrastrutturale e di potenziamento degli spazi di socialità e formazione risultano quindi urgenti e prioritari". La relazione della commissione politiche sociali e della salute, illustrata in Consiglio comunale, è chiara. Parla di problemi su problemi: sovraffollamento, infiltrazioni d’acqua, infestazioni di topi, malfunzionamenti di acqua calda. Si descrive Sollicciano come "un ambiente profondamente patogeno, incapace di garantire condizioni di vita dignitose".
Cosa può fare il Consiglio comunale? Qualche proposta è stata annunciata anche dal presidente della commissione Edoardo Amato. Tra queste c’è la realizzazione di una Consulta per Sollicciano che metta insieme gli enti del terzo settore e le realtà della società civile impegnate con attività all’interno degli Istituti, che possa agire in termini di coordinamento e massimizzazione dell’efficacia degli interventi promossi. Il Comune, si spiega ancora, "può e deve assumere un ruolo strategico, diventando cerniera tra dentro e fuori, tra il tempo della detenzione e quello della restituzione sociale". Ma è fondamentale che il Ministero collabori: "Il nostro percorso si sarebbe dovuto concludere con l’audizione del ministro Nordio o comunque di una persona delegata dal Ministero", spiega Amato.
Il garante dei detenuti Giancarlo Parissi rende bene l’idea dei problemi che ci sono dentro Sollicciano: "È un grandissimo condominio con più di 1000 abitanti dentro, dove succedono spessissimo incidenti, anche di tipo strutturale". L’assessore al welfare Nicola Paulesu chiede di dare "valore e continuità all’importante lavoro di approfondimento". L’importante è cercare di arrivare a fatti concreti e la Consulta potrebbe essere uno di questi. Concretezza viene chiesta dalle opposizioni: "Si passi alla concretezza delle azioni", dice Cecilia Del Re di Fd. Francesco Casini e Francesco Grazzini di Iv parlano di "responsabilità per risultati tangibili entro la fine del mandato", per Fi, Lista Schmidt e Fdi "lavoro e formazione sono le chiavi per rieducazione e reinserimento", Dmitrij Palagi di Spc vorrebbe che "Firenze" sperimentasse "pene alternative alla detenzione".
Niccolò Gramigni