Firenze, 29 luglio 2025 – La morte di Celeste Pin, l'ex calciatore 64enne trovato morto nella sua casa sulle colline di Firenze il 22 luglio scorso, all’inizio sembrava una tragedia senza contorni di mistero. Una di quelle circostanze in cui non ci sono trame nebbiose da diradare: un suicidio, senza dubbi, una vicenda triste e dolorosa che riguardava una vecchia gloria viola, sempre molto amata nella città gigliata, dove era arrivato nel 1982 dopo il debutto da professionista nel Perugia. 268 presenze con la Fiorentina, con la quale arrivò a giocare la finale di Coppa Uefa nel 1990, persa contro la Juventus. Erano gli anni di Roberto Baggio in riva all'Arno. In seguito le esperienze a Verona e Siena, dove chiuse la carriera di calciatore, per poi diventare direttore sportivo. “Rimarrà per sempre nella storia gigliata” fu il messaggio immediato via social della sociatà viola.

Poi però il caso è diventato mediatico e una serie di colpi di scena ha cambiato le carte in tavola. Ecco la cronistoria di quanto accaduto finora.
- Martedì 22 luglio
Nella tarda mattinata Pin viene trovato senza vita nella sua abitazione di via dei Massoni, a Firenze. Si parla fin da subito di gesto volontario.
- Mercoledì 23 luglio
La Procura della Repubblica di Firenze apre un fascicolo per omicidio colposo per la morte di
Celeste Pin. La notizia desta clamore: perché si indaga per omicidio?
- Venerdì 25 luglio
La Procura di Firenze dispone la restituzione della salma dell'ex calciatore alla famiglia.
Nella stessa giornata l’ex moglie Elena Fabbri presenta un esposto chiedendo di indagare sulla morte del marito. La donna non crede all’ipotesi del suicidio e chiede accertamenti, come un esame tossicologico e il sequestro del cellulare di Pin.
- Domenica 27 luglio
Un altro colpo di scena: la Procura blocca la salma precedentemente restituita alla famiglia e decide di disporre l'autopsia
- Lunedì 28 luglio
L’ex moglie di Celeste Pin, Elena Fabbri, parla pubblicamente con la stampa e spiega perché non crede al suicidio.
Nel pomeriggio la polizia esegue una perquisizione nella villa di Pin, alla ricerca di biglietti, farmaci o altri elementi utili.
La scheda: chi era Celeste Pin
Con 268 presenze con la Fiorentina tra campionato e coppe varie in nove stagioni, Celeste Pin è stato una colonna viola negli anni in cui a vestire quella maglia c'erano Passarella, Roberto Baggio e Pioli. Era anche quasi arrivato in cima all'Europa: era in campo nella doppia finale di Coppa Uefa (torneo nel corso del quale aveva 'annullato’ gente come Baltazar, Protasov e Riedle) persa contro la Juventus nella stagione 1989-’90.
Pin, alto un metro e 81, era un difensore centrale roccioso come usava una volta, a Firenze arrivò nell'estate del 1982 con il compito di rimpiazzare un gigante del ruolo come lo zar Pietro Vierchowod.
Nel calcio professionistico aveva iniziato a Perugia, con 75 partite e un gol, poi dopo la Fiorentina le ultime tappe a Verona e Siena. In Nazionale under 21 dodici presenze, nessuna in Nazionale maggiore.
Lasciato il calcio giocato, Pin è diventato imprenditore nel ramo immobiliare ma il pallone è sempre rimasto nella sua vita: si era dedicato al calcio giovanile collaborando con diverse scuole calcio e da grande tifoso della Fiorentina era opinionista a Lady Radio e spesso ospite in tv.