
Guardia di Finanza (foto di repertorio)
Firenze, 14 maggio 2025 – Le nuove partite Iva passate al setaccio della guardia di finanza con i funzionari della Direzione Provinciale della locale Agenzia delle Entrate, : un’attività che ha portato alla scoperta di oltre mille società estere inesistenti attive nel settore del commercio di prodotti via internet.
Le Fiamme Gialle fiorentine e i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, seguendo le direttive emanate dal Ministero dell’Economia contro le frodi fiscali connesse all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, hanno notato l’elevata frequenza con cui il nome di un soggetto cinese ricorreva, destando particolare sospetto.
Proprio per questo, dopo un’approfondita e lunga analisi, è stato appurato che il soggetto in questione, tramite una propria società di elaborazioni dati appositamente costituita, ha ricoperto, da gennaio 2024 a marzo 2025, il ruolo di rappresentante fiscale per circa 1600 società a responsabilità limitata, tutte esercenti l’attività di “commercio al dettaglio di prodotti via internet”, con sedi legali in Paesi UE ed extra UE ma fiscalmente domiciliati a Firenze presso la sede del centro di elaborazione dati.
L’assenza di adempimenti fiscali in termini di dichiarazioni, liquidazioni e versamenti Iva e l’osservazione dei flussi della fatturazione elettronica obbligatoria hanno fatto emergere che le partite Iva erano state avviate, almeno sulla carta, come rappresentanza fiscale di altrettante società estere, senza aver ricevuto le dovute autorizzazioni e senza un impianto contabile, obbligatorio per le società che operano sul territorio.
La mancanza di documentazione ha fatto sorgere il dubbio che tali società potessero servire per mascherare reati fiscali di vario genere, dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti al riciclaggio di denaro, al trasferimento illecito di fondi all’estero o indebite monetizzazioni di crediti d’imposta.
Il sistema con il quale tali società venivano aperte era lo stesso; il soggetto cinese che gestiva il centro elaborazione dati estrapolava quotidianamente, tramite accesso a un portale il cui link veniva appositamente inviato sull’applicazione di messaggistica istantanea “We Chat”, un mero elenco di soggetti giuridici esteri per i quali veniva richiesta l’apertura della partita Iva italiana. L’apertura di società italiane, esclusivamente in via telematica, veniva effettuata senza la presenza di documentazione a supporto. La Direzione Provinciale di Firenze ha emesso un provvedimento di chiusura della partita Iva della società di rappresentanza fiscale, impedendo così l’apertura di nuove partite Iva inesistenti. Ora andranno elevate le sanzioni del caso.