OLGA MUGNAINI
Cronaca

Nuova era Sammezzano, il piano per la rinascita. “Un resort? Mai pensato. Sarà il museo di se stesso”

I nuovi proprietari sono Ginevra Moretti e il marito Maximilian Fane. “Voglio che le persone possano vedere e godere di questo luogo unico”

Ginevra Moretti, figlia del noto imprenditore fiorentino Giorgio, e il marito Maximilian Fane

Ginevra Moretti, figlia del noto imprenditore fiorentino Giorgio, e il marito Maximilian Fane

Firenze, 3 maggio 2025 – Il Castello di Sammezzano non ha solo dei nuovi proprietari che finalmente sono arrivati in fondo al tormentato acquisto da storici fallimenti. Ma ha trovato soprattutto una giovane coppia che in quel luogo andrà a vivere, per seguire passo passo la rinascita del castello e restituire forma e vita al sogno di colui che lo costruì: ossia il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che tra il 1853 e il 1889 realizzò il parco e il più importante esempio di architettura orientalista in Italia.

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Visitatori all'interno del Castello di Sammezzano

I nuovi “castellani“ sono Ginevra Moretti, figlia del noto imprenditore fiorentino Giorgio, e il marito Maximilian Fane, che oltre a essere un musicista con master in economia, è anche figlio di uno dei più importanti “giardinieri“ d’Inghilterra. La famiglia progetta e gestisce i più grandi parchi, compresi quelli della Corona inglese.

Ginevra, lei è l’amministratore della Smz srl, che ha acquistato Sammezzano. Come nasce questa avventura?

“Sono da sempre una grande amante dell’orientalismo. E chiaramente quel posto mi ha affascinato fin da bambina. Durante il Covid mi capitò di vedere il mini film che Matteo Garrone aveva girato nel Castello di Sammezzano per la collezione Dior della direttrice creativa Maria Grazia Chiuri. Da allora ho fatto di tutto per convincere mio padre a comprare quel posto. Ma prima di dire sì ha voluto vedere un business plan, con elementi oggettivi che sostenessero questo nostro sogno. Anche se poi, pure lui si è innamorato del progetto”.

Come pensate di trasformarlo?

“Prima di tutto sarà il museo di se stesso. Non ho mai pensato di trasformarlo in un mega resort di lusso o in un complesso di appartamenti super esclusivo. Non vengo da una famiglia di speculatori del mattone e neppure mio marito. Anche se il progetto dovrà comunque essere sostenibile dal punto di vista economico. E quindi avrà una parte di attività ricettiva. Comunque, il tema del museo è centrale per la riapertura, per restituirlo al pubblico. Voglio che le persone possano vedere e godere di questo castello unico. Insomma, c’è un codice etico dietro tutto ciò”.

E’ vero che andrete a vivere lì?

“Sì, certo. Affrontare un progetto così vuol dire dedicare la nostra vita a quel luogo, vivere ogni cosa e vederla crescere insieme a noi. Sarà il nostro stile di vita”.

Come se lo immagina?

“Intanto dobbiamo trovare tutte le maestranze idonee e ripristinare il luogo, a cominciare dal parco, dove ad esempio ci sono le più alte sequoie gemelle d’Europa. Il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona e la figlia erano infatti dei grandi appassionati di botanica. E a questo penserà mio marito, che viene da una famiglia che in Inghilterra fa questo, con la più grande azienda di manutenzione di giardini. Sfrutteremo la cultura e l’esperienza dei parchi inglese, che sono luoghi aperti al pubblico e affiancatati da attività economiche e culturali che ne aiutano la sostenibilità”.

La proprietà è costata 18 milioni, ma suo padre Giorgio dice che per ristrutturarla ci vorranno dagli 80 ai 100 milioni. Che tempi vi immaginate per una prima possibile apertura?

“E’ difficile dirlo. Per prima cosa ci sarà da pensare alla messa in sicurezza e poi vedremo piano piano. Sarei felice se nell’arco di un anno potessimo fare l’inaugurazione almeno di una piccola parte”.