
Enrico Berlinguer (1922-1984) è stato segretario del Pci dal 1972 fino alla sua morte
È stato un rapporto profondo, quello che ha legato Enrico Berlinguer e la Toscana. Un incontro avvenuto già nei primi anni Cinquanta, ma consolidato durante il periodo della segreteria del Pci. Un rapporto che la mostra ‘I luoghi e le parole di Berlinguer’, inaugurata mercoledì e aperta fino al 5 ottobre al Nelson Mandela Forum di Firenze, mette in primo piano con una sezione dedicata alla nostra regione. In esposizione c’è la prima bandiera del Pci, e poi tanti manifesti, i discorsi di Berlinguer nelle varie occasioni tra Firenze, Arezzo e Tirrenia.
Perché, in fondo, il luogo di elezione di Berlinguer era la piazza, quella gremita, come dimostra la pagina dell’Unità del 18 febbraio 1980, che immortalava una piazza della Signoria ricolma, col titolo: ‘Duecentomila a Firenze per la pace. Fermiamo la corsa al riarmo’. Un’installazione che con i suoi 2.500 metri quadri rappresenta la più grande retrospettiva dedicata a Berlinguer e che arriva a Firenze dopo Roma, Bologna, Cagliari e Sassari. E in questa versione fiorentina il filo conduttore è la pace. Sì, perché è proprio sulla pace che Berlinguer spinse tra i Settanta e gli Ottanta, contro il riarmo e per il cessate il fuoco in Medio Oriente e nel Vietnam.
Non è un caso che mercoledì Bianca Berlinguer abbia asserito che suo padre avesse "a cuore la causa palestinese. Le parole pronunciate in quegli anni potrebbero essere ripresentate oggi fedelmente in una situazione drammaticamente peggiorata". È, infatti, una mostra immersiva e interattiva che dialoga con la contemporaneità, questa ‘I luoghi e le parole di Berlinguer’, che parte dagli affetti del segretario del Pci, per poi passare alla dirigenza del partito, agli anni delle stragi, ma senza dimenticare l’attenzione internazionale. Ed è notevole la quantità di manifesti, di appunti, di documenti audio e video, che è possibile consultare tramite cuffie, interagendo su appositi touchscreen, o su computer pensati per gli approfondimenti.
D’altronde, la figura di Berlinguer ha da sempre trovato apprezzamenti bipartisan, in particolare per la questione morale. Ma la mostra non è solo un insieme di foto, video e manifesti, ma anche luogo di dibattiti e talk, tra cui quello in programma lunedì con Antonio Bassolino, Sara Funaro, Franco Camarlinghi, Luca Salvetti e Michele Ventura. La mostra è organizzata da associazione Enrico Berlinguer, Fondazione Gramsci e Cespe, con il contributo di Regione Toscana e Comune di Firenze. È aperta tutti i giorni, con orario 14-21 dal lunedì al giovedì e 10-22 dal venerdì alla domenica. L’ingresso è gratuito.