MANUELA PLASTINA
Cronaca

Babacar resta in Italia. Sì al visto legato alla salute

La battaglia contro la malattia rara: il piccolo senegalese potrà curarsi al Meyer. A lui e alla mamma, ospitati dalla comunità di Grassina, il permesso di soggiorno.

Michele Cotugno, presidente della Fratellanza Popolare-Croce D’Oro di Grassina, la mamma Aissa e il piccolo Babacar di un anno e mezzo

Michele Cotugno, presidente della Fratellanza Popolare-Croce D’Oro di Grassina, la mamma Aissa e il piccolo Babacar di un anno e mezzo

Babacar resta in Italia. Il piccolo insieme a mamma Aissa non è salito sull’aereo che lo avrebbe riportato in Senegal: rimarrà a Firenze grazie a un visto legato alla grave e rara patologia congenita agli occhi. La sua storia, raccontata dal nostro giornale, ha commosso tante persone ed è arrivata fino in questura, fino a ottenere ieri la ricevuta di richiesta di permesso di soggiorno per motivi sanitari per un bimbo speciale e la sua mamma. A primavera, il pisano di origine senegalese Ibrahima Dieng era riuscito a ottenere per il suo piccolo connazionale, conosciuto via web, un permesso di soggiorno per motivi sanitari e un ciclo di visite specialistiche al Meyer. Era disponibile a ospitarlo con la mamma a casa propria, ma tramite "La Nazione" aveva lanciato un appello per trovare qualcuno che potesse fare la spola Pisa-Meyer. Aveva risposto la Fratellanza Popolare-Croce D’Oro di Grassina: i suoi volontari hanno trasformato in monolocale con cucina e bagno un ambulatorio della loro sede, ben più vicina all’ospedale pediatrico rispetto a Pisa, facendosi carico dei trasporti. Il 6 maggio Babacar è arrivato a Firenze, "adottato" insieme alla sua mamma da tanti nuovi amici. Per tre mesi è stato preso in cura dall’equipe del primario Roberto Caputo dell’Aou Meyer. Anche se non è operabile e la sua malattia non permette un trapianto, ha bisogno comunque di costante monitoraggio e terapie. Ma il primo permesso per motivi sanitari stava scadendo: il 6 agosto c’erano i biglietti per tornare in patria. Alla Fratellanza di Grassina hanno aperto una raccolta fondi per aiutare la famiglia (Babacar ha tre fratellini) che vive in condizioni di estrema povertà. Abbiamo raccontato le lacrime del presidente Michele Cotugno, amareggiato dal dover salutare Babacar, eppur speranzoso di poter prima o poi portare qui il padre a lavorare per poi chiedere il ricongiungimento con moglie e figli e riprendere così le cure. La sua commozione è arrivata in alto e ha toccato tanti cuori. Tanto che il piccolo e la mamma ora possono restare in Italia almeno per i prossimi mesi per motivi di salute, per ricevere quelle cure e sottoporsi a visite per lui fondamentali e che in Senegal non potrebbero essergli garantite. In questo periodo, Babacar e Aissa resteranno a vivere nella sede dell’associazione di Grassina, mentre la mamma cercherà un lavoro per stabilizzarsi e chiedere il ricongiungimento con il resto della famiglia. Dal nostro articolo si è smosso tanto e sono arrivate donazioni in denaro, che permetteranno di aiutare la famiglia rimasta in Senegal, ma anche regali materiali: una signora ha dato disponibilità a donare l’attrezzatura da sarto del marito defunto al babbo di Babacar, che di professione cuce.