ROSSELLA CONTE
Cronaca

Affitti transitori, amore finito. Crollo record di domande in città: "Chi può punta tutto su Airbnb"

Le locazioni fino a 18 mesi sono in crisi: a Firenze la flessione più alta d’Italia con un -41%. L’esperto: "I contratti per studenti sono meno remunerativi. E ora i costi crescono".

di Rossella Conte

Il boom degli affitti transitori – quelli compresi tra uno e diciotto mesi – sembra essere già al capolinea, almeno nelle grandi città. A testimoniarlo sono i numeri dell’ultima indagine di Immobiliare.it Insights, che nel primo semestre 2025 rileva un brusco calo della domanda in tutte le principali piazze italiane. guida la classifica nazionale con un crollo del -41% rispetto allo stesso periodo del 2024, seguita da Venezia (-37%), Napoli (-30%) e Verona (-29%). Se un anno fa il contratto transitorio sembrava l’alternativa più flessibile e vantaggiosa tra i canali dell’affitto, oggi appare in netta ritirata.

A frenarlo, secondo gli esperti del settore, è soprattutto la concorrenza degli affitti brevi, che si confermano più redditizi e gestibili per i proprietari. A , dove la pressione turistica resta altissima, molti appartamenti vengono dirottati su piattaforme come Airbnb, lasciando agli studenti o ai lavoratori temporanei una disponibilità ridotta e a costi crescenti. Un paradosso, se si pensa che nonostante la caduta della domanda, i canoni medi richiesti per i contratti transitori continuano a salire. Nel capoluogo toscano, si è passati da una media di 21,6 a 22,5 euro al metro quadrato nel giro di un anno, con un incremento del 4%. Il dato è meno impressionante rispetto a città come Bologna (+26,5%) o Roma (+23%), ma conferma un trend distonico: meno domanda, ma prezzi comunque in aumento.

A cambiare è anche il comportamento dei proprietari: l’offerta di case in affitto transitorio a è cresciuta del 32% su base annua. Un aumento che potrebbe essere letto come un tentativo di riconvertire immobili precedentemente destinati al mercato turistico, oggi sempre più soggetto a normative restrittive e limiti locali. Ma il meccanismo sembra essersi inceppato: le case ci sono, ma gli inquilini scarseggiano. "Nel passato recente, a erano soprattutto le grandi aziende a muovere il mercato degli affitti transitori, prendendo in locazione appartamenti per i propri manager in trasferta. Oggi questo flusso si è ridotto drasticamente: le banche non spostano più, molte aziende sono in crisi e si è verificato un calo fisiologico del turnover professionale", spiega Arrigo Brandini, presidente di Fimaa Confcommercio . Il risultato è che gli affitti transitori si trovano stretti tra due fuochi: da una parte il rallentamento dei flussi aziendali, dall’altra la concorrenza spietata degli affitti brevi.

"Chi affitta a turisti incassa di più, con maggiore flessibilità e margini più ampi. Gli affitti per studenti, invece, rientrano nel canale a canone concordato, che fissa importi più bassi rispetto al mercato libero e lascia meno margine di manovra al proprietario. Finché il turismo reggerà, è lì che continueranno ad andare gli appartamenti", osserva Brandini. Intanto, anche il mercato della compravendita sembra tornare in auge, complice il calo dei tassi di interesse. "Chi può, compra - aggiunge - magari spostandosi in periferia ma puntando su un investimento stabile piuttosto che su una locazione onerosa". Nonostante il nuovo regolamento comunale, il fenomeno degli affitti brevi continua a rappresentare una fetta importante del mercato.

"Per i proprietari di immobili sono ancora la formula più redditizia: si tratta di contratti chiari, con tempi certi di riconsegna dell’immobile e guadagni superiori alle locazioni di medio periodo". Nel frattempo, però, il vuoto lasciato dal transitorio rischia di penalizzare proprio quelle fasce più fragili del mercato: studenti fuori sede, giovani lavoratori, medici in formazione o professionisti in trasferta, sempre più costretti a cercare soluzioni temporanee fuori città o a condividere abitazioni in condizioni precarie.