
La bambina ora ha quasi 8 anni e il padre non la vede dal 2 agosto di due anni fa, da quando la compagna se n’è andata di casa (foto d’archivio)
Empolese Valdelsa, 21 agosto 2025 – Due anni di abbracci, di baci, di vita negati. Sua figlia continua a crescere mentre lui continua a lottare per poterla rivedere. La bambina ora ha quasi 8 anni. “Hanno reso orfana di padre una minore che orfana non è”, spiega il genitore, residente in un comune dell’Empolese, sfogliando, una a una, le decine di pagine timbrate dai tribunali dove si accerta la sua innocenza rispetto alle accuse mosse dalla ex compagna e madre della loro figlia.
Tutto ha inizio il 2 agosto di due anni fa, quando la donna decide di andarsene di casa portando con sé la piccola e lasciando all’uomo, con cui ha condiviso quasi dieci anni di vita, una denuncia per maltrattamenti. Un’accusa pesantissima che ha stravolto la vita dell’uomo, che si è ritrovato improvvisamente bollato come il “carnefice”, l’ “aguzzino” della coppia.
Sulla base della denuncia presentata dalla donna sono stati controllati cellulari, pc e conti correnti; nel corso delle indagini preliminari sono state sentite tutte le persone che potevano essere a conoscenza dei fatti messi a verbale. Al termine delle investigazioni, tuttavia, nulla è emerso per poter andare avanti con il procedimento. Così sul fronte penale la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione e il Gip lo scorso 3 luglio ha emesso l’ordinanza di archiviazione, ritenendo non sussistere sufficienti elementi per sostenere l’accusa mossa dalla donna. Nel frattempo, mentre veniva passata al setaccio la vita privata del compagno, la figlia veniva affidata ai servizi sociali e collocata insieme alla madre in una residenza protetta. Parallelamente, nonostante l’uomo professasse la propria estraneità ai fatti (poi accertata e notificata dal giudice) si è comunque sottoposto, come richiesto dal tribunale a 19 incontri con il personale dell’Unità funzione salute mentale adulti nella speranza di poter rivedere la figlia nel più breve tempo possibile. Ma ad oggi, incredibilmente, l’uomo continua a non avere contatti con la bambina né a sapere dove si trovi.
Per sollecitare il ricongiungimento l’avvocato Josef Mottillo ha scritto al Presidente del Tribunale per i Minorenni. Nella lettera viene riassunta tutta la sconvolgente vicenda sottolineando che “ad oggi non è stato organizzato alcun incontro fra padre e figlia, in quanto gli psichiatri, nelle loro relazioni periodiche, descrivono la bambina con un disturbo postraumatico da stress, e non ancora pronta per incontrare il padre”. “In buona sostanza – spiega il legale – trascorsi più di due anni dall’allontanamento della madre, a questo punto ingiustificato, il padre non è stato messo in condizione di vedere la bambina neppure in modalità protette. La situazione che si è venuta a creare appare contraria all’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che sancisce il diritto dei minori di avere rapporti con entrambi i genitori. In questo caso – aggiunge l’avvocato – la violazione appare ancora più grave se si considera che il padre è stato scagionato da ogni accusa”.
Da presunto carnefice a vittima, e per giunta raggiunto da offese e minacce via social. “All’indomani della notifica della richiesta di archiviazione – ricorda il difensore – il caso è balzato agli onori della cronaca perché una trasmissione televisiva nazionale se ne è interessata. La vicenda ha avuto uno strascico, poiché l’ex compagna ha pubblicato alcuni audio non integrali, già al vaglio della magistratura, scatenando la reazione di diverse persone che si sono servite dei social network per dare sfogo a offese e intimidazione all’indirizzo del mio cliente, contro le quali ovviamente ci riserveremo di procedere. Ma prima di tutto – conclude l’avvocato Mottillo – la priorità è porre fine a questo ingiusto supplizio. Possono esserci dei conflitti all’interno di una coppia, una relazione può finire, ma qui si è andati oltre: si è voluto tramortire un padre”.