
La donna disse. al marito che sarebbe rientrata in Italia in aereo, poi non lo fece (foto archivio)
Un bambino tanto amato, quanto conteso. Fin dalla tenera età. Portato dalla mamma in Romania, paese di cui la donna è originaria. Reclamato dal padre, albanese, che ha fatto l’impossibile per far tornare a casa – vive in un Comune della nostra provincia – quel frugoletto. Una vicenda che ha avuto un doppio piano. Civile e, proprio nei giorni scorsi, penale. Perché si è celebrata l’ultima udienza del processo che vedeva la madre del piccolo, 37 anni, accusata di sottrazione di minore. Il pubblico ministero aveva chiesto che venisse condannata ad un anno e mezzo, il giudice ha deciso otto mesi con sospensione condizionale della pena. Il danno era già stato liquidato in sede civile. Il padre del bambino, che si è affidato da subito all’avvocato Luca Perinti, non aveva presentato le conclusioni proprio per quest’ultimo motivo. "Il mio assistito è molto soddisfatto, è particolarmente affezionato al bambino", dice Perinti.
Finito qui? Neppure per sogno. Il braccio di ferro fra gli ormai ex compagni di vita prosegue perché, sebbene in sede civile fosse stato confermato l’affido condiviso con collocazione del figlio presso il padre, i difensori della 37enne (in sede penale solo Antonio Olmi di Firenze, in quella civile quest’ultimo è insieme alla collega Federica Goti) hanno già impugnato la sentenza del tribunale di Siena. Una storia comunque dolorosa che La Nazione aveva raccontato nel 2022 quando c’era stata la prima ordinanza del tribunale sul caso, emessa dall’allora presidente Roberto Carrelli Palombi, dopo che la donna non aveva riportato il bambino in Italia. L’uomo l’aveva raggiunta per le feste, tornando nel Senese con la macchina mentre la moglie aveva detto che l’avrebbe raggiunto di lì a poco in aereo per incontrare minori disagi. Non era stato così.
Laura Valdesi