LUCA AMODIO
Cronaca

“Stuprava la figliastra”, a processo per gli abusi sulla bimba di 8 anni

L’uomo dovrà ora difendersi da una sfilza di capi di imputazione. Picchiava la compagna e la colpiva anche con un manganello

L’uomo faceva bere alcolici alla figliastra oppure la drogava, è stato rinviato a giudizio (Foto di repertorio)

L’uomo faceva bere alcolici alla figliastra oppure la drogava, è stato rinviato a giudizio (Foto di repertorio)

Arezzo, 22 maggio 2025 – Avrebbe stuprato la figliastra fin da quando aveva otto anni. Per farlo le faceva bere alcolici oppure la drogava. Le accuse della procura sono ancora tutte da dimostrare ma sono pesantissime. Sul banco degli imputati c’è un cittadino di origini straniere, residente in Casentino, di 35 anni: lo scorso 15 maggio è stato rinviato a giudizio dalla giudice per le udienze preliminari Giulia Soldini. Andrà a processo e dovrà difendersi da una sfilza di capi di imputazione, uno più grave dell’altro, tutti perpetrati in ambito familiare, tra le mura domestiche.

Si parte dai maltrattamenti in famiglia. Secondo la pubblico ministero Julia Maggiore avrebbe maltrattato la moglie convivente con botte, schiaffi, spinte e quant’altro. Non mancava nemmeno di sbatterla al muro, colpire la testa con l’uso di bastoni.

Come scrive la pm, condiva tutto ciò con minacce di morte, tutto davanti ai figli di lei, tutti minorenni, che negli ultimi anni hanno vissuto una quotidianità fatta di incubi e vessazioni: sia nei confronti della mamma che nei loro. Una volta il presunto stupratore si sarebbe anche scagliato nei confronti della partner con un manganello. Manganello in metallo che usava anche nei confronti dei figliastri entrambi minorenni, uno poco più che un bambino.

La mamma, a seguito del pestaggio con l’arma, aveva riportato 10 giorni di prognosi e gli altri due ragazzini cinque e sette, tutti refertati all’ospedale. E non finisce qui, c’è anche altro oltre le lesioni personali con l’aggravante. C’è il 609, violenza sessuale. In questo caso contro una minorenne: la figliastra.

Secondo le indagini della procura di Arezzo la bambina sarebbe stata stuprata fin da quando aveva otto anni. Il tunisino la prevaricava con le minacce di morte ma se necessario anche con percosse. E come se non bastasse a volte la costringeva a bere alcolici e consumare sostanze stupefacenti prima di stuprarla. Una condotta che – secondo l’accusa – sarebbe andata avanti per anni.

Il 35enne indagato, adesso imputato, dopo il rinvio a giudizio nell’udienza preliminare, adesso dovrà comparire davanti ai giudici del tribunale di Arezzo: dove tutta la tesi degli investigatori dovrà essere confermata in aula durante la discussione.

“La prova si forma in aula”: ciò che conta per decidere colpevolezza o innocenza non è ciò che è stato detto o scoperto durante le indagini, ma ciò che viene confermato, discusso e ammesso durante il processo, durante il pubblico dibattimento, in cui accusa e difesa si confrontano. Fino a sentenza c’è la presunzione di innocenza.

A difendere lo straniero che siederà sul banco degli imputati alla Vela di Arezzo gli avvocati Alessandro Massai insieme alla collega Francesca Rossi. Ad assistere la famiglia vittima degli abusi l’avvocato Davide Scarabicchi.