GIOVANNI FIORENTINO
Cronaca

Lezioni sull’identità a scuola, è polemica: "Nessun indottrinamento sul genere"

La sindaca Giannì risponde all’eurodeputata leghista Ceccardi che ha portato il ’caso’ a Bruxelles: "Disagio per questa impropria forzatura politica" .

sindaca Francesca Giannì ha dato la sua posizione

sindaca Francesca Giannì ha dato la sua posizione

Ad accendere la miccia era stata Susi Giglioli, capogruppo della Lega in consiglio comunale, ponendo l’accento su un progetto educativo dell’istituto comprensivo di Castelfiorentino che a suo dire avrebbe portato la "teoria gender" fra i banchi di scuola della primaria. E dopo una prima replica della sindaca Francesca Giannì, sulla questione è intervenuta l’eurodeputata della Lega Susanna Ceccardi, la quale ha fatto sapere di aver presentato un’interrogazione alla commissione europea "per sapere se Bruxelles sia al corrente di questo progetto e se intenda verificare il rispetto della neutralità educativa, della libertà delle famiglie e della tutela dei minori".

La controreplica di Giannì non si è fatta attendere. "Il progetto non parla di temi legati all’identità di genere o alla sessualità. Non lo fa. È legittimo, come per mille altri progetti, scegliere di farlo o meno. Ma mi chiedo se non sia pericoloso che la politica debba discutere dell’insegnamento nelle scuole in maniera così entrante, basandosi probabilmente su dei "sentito dire – ha scritto, attaccando l’europarlamentare –: mi sono premurata di assicurarmi che questo progetto fosse discusso nelle scuole, prima di parlarne. Questo perché la scelta è della scuola. Il comprensivo ha ricevuto un progetto bollinato da vari livelli di Governo. Mi si dice che giustamente sono stati presi dei giorni per valutarne il contenuto e poi votarlo. Niente teorie, niente indottrinamenti, niente di niente. Per questo mi trovo a spendere due parole verso quanto dichiarato da Ceccardi, come chiestomi proprio da chi quella scuola la vive e ha provato sulla propria pelle in questi giorni, con tanto disagio e dispiacere, questa impropria forzatura politica, questa prevaricazione".