LINDA MEONI
Cronaca

Bagarre sul convegno Pro Vita. I progressisti attaccano il Comune. Il centrodestra replica per le rime

Domani l’iniziativa in Sala Maggiore: "Famiglie in campo.per fermare la propaganda gender". La galassia dem s’indigna: "Tomasi fomenta l’odio". Dalla maggioranza: "Oscurantisti e ipocriti".

Marco Furfaro (Partito Democratico)

Marco Furfaro (Partito Democratico)

Due bollini l’uno di fianco all’altro – Pro Vita & Famiglia da un lato, Comune di Pistoia dall’altro – e subito scoppia la polemica. Antefatto: volantini e post sui social invitano a un evento. Si terrà domani alle 17 in Sala Maggiore, a Palazzo Comunale. Titolo: "Famiglie in campo. Guida pratica per fermare la propaganda gender dentro (e fuori) le scuole". Ai microfoni i referenti del movimento, assieme allo psichiatra e psicoterapeuta Luciano Gheri e all’avvocata Stefania Calenza a discorrere sui temi della propaganda gender tra i banchi di scuola. Un’iniziativa pensata per dar voce all’indignazione, dice Pro Vita facendosi rappresentante di "tantissimi genitori italiani", per l’esposizione dei bambini a contenuti ideologici "mascherati da educazione all’inclusione". Da lì un grappolo di riflessioni che scaturiranno a quel tavolo attorno alla carriera alias, alle terapie affermative, alla transizione medica e chirurgica nei minori. Tutti temi che, dal locale al nazionale, hanno anche un’identità politica.

L’incendio non ha tardato a innescarsi. "Dunque il sindaco Tomasi sta con gli antiabortisti omofobi – si domanda l’assessore regionale Alessandra Nardini -? Si vende come civico moderato e poi concede spazi pubblici comunali e compartecipa a campagne di odio e divisione. A lui chiedo una chiara presa di distanza". Il coro dell’indignazione si è arricchito di ora in ora di nuove voci, con Marco Furfaro, deputato Pd, a preannunciare un’interrogazione parlamentare sul tema, etichettando l’iniziativa e il suo sostegno come un "insulto all’intelligenza, alla scienza e alla dignità di migliaia di bambine, bambini, famiglie e persone Lgbtq+. Una vergogna". Contrarietà alla scelta di sostenere l’evento è arrivata anche dal gruppo consiliare Pistoia Ecologista e Progressista che ha sottolineato come questa decisione finisca per "legittimare messaggi che minano i diritti fondamentali delle persone della comunità Lgbtq+, ma anche il lavoro quotidiano di chi promuovere il dialogo". Si rivolge direttamente al sindaco Massimiliano Vannuccini, segretario Pd Pistoia: "Davvero vorresti candidarti alla guida della Toscana, terra di garanzia dei diritti? Il sindaco dovrebbe guidare nel mondo che cambia la sua città, invece la tiene legata alle forze della peggiore conservazione sociale". Alza la voce anche Non una di meno Pistoia che parla di "spettacolo indegno", rimarcando come il Comune sia venuto meno all’impegno contro le discriminazioni.

Di "attacco oscurantista" parla il consigliere comunale Fratelli d’Italia Lorenzo Galligani, che anzi legge la posizione del sindaco come quella di chi garantisce parola e spazi ad "associazioni che legittimamente partecipano alla vita associativa e democratica della città. Per noi – sottolinea Galligani – democrazia non è omologazione ma pluralismo di vedute, per questo motivo abbiamo non solo aperto le porte, precedentemente chiuse, a tutte le associazioni che vogliono esprimersi e fare cultura, ma moltiplicato gli spazi utilizzabili. Invitiamo il Pd a non guardare indietro a un modello di città autoritaria e oscurantista ma a guardare avanti". Intolleranza, così la chiama la capogruppo Lega Cinzia Cerdini quella dimostrata dalle opposizioni consiliari nei confronti dell’iniziativa Pro Vita. "Grave e preoccupante che venga messa in discussione la libertà di parola solo perché un’associazione porta avanti idee non conformi al pensiero altrui. Chi strumentalizza temi importanti come l’inclusione e la parità alimenta un clima di intolleranza e delegittimazione che è il vero pericolo per la convivenza civile. Mi oppongo con fermezza a questa deriva. Parlare di diritti, ma negarli a chi osa esprimere idee diverse si chiama ipocrisia".