
Il centro di Empoli e parte di Vinci svuotati già dalle prime luci dell’alba. Imponente la macchina organizzativa con forze dell’ordine e volontari. tra lo stupore e la curiosità dei passanti: è stato un evento epocale.
La città si è svegliata in zona rossa ieri. Gran parte del centro di Empoli e uno ’spicchio’ di Vinci svuotati dei suoi abitanti in vista della rimozione dell’ordigno bellico affiorato, 80 anni dopo, dal cantiere per il nuovo teatro Il Ferruccio. All’alba un silenzio di velluto, poi con l’avvicinarsi del ’coprifuoco’ la gente affacciata alla finestra per scegliere il momento giusto per andarsene, così come ordinato dalle autorità per motivi di sicurezza. Famiglie con zaini leggeri e borse improvvisate si sono messe in cammino: chi in auto, chi a piedi, chi trovando conforto da amici o parenti, chi in un centro d’accoglienza aperto ad hoc.
È stata una mattinata intensa, con il ritmo cadenzato delle procedure e la tensione nascosta negli sguardi. La Protezione civile ha mostrato la precisione di un ingranaggio ben oliato, capace di governare un’operazione complessa senza inciampi. "Sono più di 5.000 le persone che dovranno allontanarsi da qui e in tanti hanno trasformato l’uscita forzata in una gita domenicale", spiegano i volontari de La Racchetta di Montespertoli impegnati in centro già alle 6 per vigilare. Nel gruppo ci sono anche Maria Ninfa De Pasquale e Massimo Bartalesi che hanno deciso di festeggiare così, con la loro adorata divisa gialloverde e il cagnolone Ciocco al guinzaglio, i 40 anni di matrimonio. Una storia nella storia. Tanta umanità e professionalità attorno ai varchi sorvegliati lungo il perimetro off-limits dove hanno prestato servizio 21 associazioni con 60 volontari; oltre alle sei associazioni in azione al Centro coordinamento soccorsi e alle sette al Coi, presieduti dal vice prefetto vicario Eugenio Pitaro in sinergia con la prefetto Francesca Ferrandino e la dirigente area quinta di Protezione civile Lavinia Filieri.
Tra i punti più sensibili, il varco di piazza della Vittoria: da lì alle 9.26 il dirigente del Commissariato di Empoli, Giancarlo Consoli, ha dato il via libera all’operazione di disinnesco dopo che le sirene dei mezzi di soccorso hanno suonato l’ultimatum per lo sgombero. Tutt’intorno un dispiegamento di poliziotti, carabinieri, volontari della Protezione civile e del Corpo militare della Croce Rossa Italiana che – oltre a garantire, all’occorrenza, assistenza sanitaria ai genieri dell’Esercito con un un’ambulanza infermieristica e una medicalizzata – si sono occupati poi di scortare la bomba fino a Calenzano. Le ore sono scivolate via con l’attenzione sempre alta ma senza imprevisti. Verso mezzogiorno la sirena del libera tutti con i varchi riaperti – sotto lo sguardo attento di forze dell’ordine e polizia municipale – e l’annuncio urbi et orbi dei sindaci Alessio Mantellassi e Daniele Vanni circa la buona riuscita della missione. I 5.000 sfollati sono potuti rientrare a casa. Compresi i più fragili, riaccompagnati in ambulanza.
Elisa Capobianco